L’Ipertrofia Prostatica Benigna, cioè l’ingrossamento anomalo della prostata, di cui soffrono circa 7 milioni di uomini italiani, può essere trattata con interventi non invasivi che impiegano il laser verde Greenlight per asportare il tessuto prostatico in eccesso, senza ricorrere alla chirurgia tradizionale. L’argomento è stato trattato nel corso di un recente simposio medico tenutosi a Roma che ha coinvolto importanti urologi italiani.
I drastici interventi di “disostruzione urinaria” possono dunque essere evitati ricorrendo alle nuove terapie tecnologiche che utilizzano esclusivamente il raggio laser, in particolare il laser verde Greenlight che gli urologi hanno riconosciuto come estremamente flessibile ed innovativo. Grazie alla tecnologia Greenlight è possibile incidere, vaporizzare e coagulare i tessuti in modo risolutivo e in condizioni di massima sicurezza.
«I raggi laser sono impiegati in misura crescente in chirurgia per le loro caratteristiche di sicurezza, efficacia e minima invasività. Il laser sprigiona energia e calore secondo una specifica lunghezza d’onda, in virtù della quale il chirurgo può agire con delicatezza, trattando anche aree di piccola dimensione con precisione e notevole potere coagulante, ma senza coinvolgere i tessuti circostanti» ha spiegato Luca Cindolo, referente urologia presso la Casa di Cura Villa Stuart di Roma e coordinatore del simposio.
«Il laser verde Greenlight in particolare è estremamente flessibile. Permette di eseguire agevolmente interventi di vaporizzazione, nei quali il tessuto prostatico in eccesso viene trasformato in vapore, oppure di enucleazione dell’adenoma prostatico, cioè della porzione centrale, ipertrofica e ostruente della prostata. Grazie al laser gli urologi potranno arrivare a trattare, riducendo al minimo i rischi, un numero sempre più ampio di pazienti, di varie età e con situazioni patologiche diverse» ha concluso Cindolo.
A tal proposito, il laser verde Greenlight è stato inserito nelle linee-guida dell’Associazione Europea di Urologia.