Il nuovo Centro di Ricerca del Policlinico di Milano

Da sinistra, Simona Giroldi (direttore generale Policlinico di Milano), Barbara Bianchi Bonomi, Giulio Gallera (assessore al Welfare Regione Lombardia), Marco Giachetti (presidente Policlinico di Milano), Ambrogio Bianchi Bonomi, Lamberto Bertolé (presidente Consiglio Comunale di Milano), Flora Peyvandi (direttore Medicina Generale–Emostasi e Trombosi Policlinico di Milano), Silvano Borsari (direttore scientifico Policlinico di Milano)

1400 mq per 4 nuovi laboratori di ricerca genica in cui si studieranno malattie rare, patologie metaboliche del fegato, malattie respiratorie e della coagulazione del sangue: questi alcuni numeri del nuovo Centro di Ricerca del Policlinico di Milano, inaugurato lo scorso 14 dicembre.

Una scelta innovativa, quella dell’Irccs, che riunisce così in una sola struttura Laboratori di ricerca già presenti al suo interno ma in sedi separate.
Silvano Bosari, direttore scientifico del Policlinico di Milano, spiega il perché: «questo complesso di laboratori integrati aumenta considerevolmente la nostra capacità di effettuare studi di ricerca traslazionale con la fondamentale componente di laboratorio.

Inoltre, il progetto ridisegna il modo di fare ricerca nel nostro Irccs, perché è stato concepito per favorire scambi e influenze reciproche tra i ricercatori. Gli spazi di ricerca comuni consentiranno di utilizzare attrezzature e risorse in modo efficiente, condividendo oltre alle idee anche le strumentazioni».

Un nuovo modo di fare ricerca, quindi, che si basa su condivisione e circolo delle idee. Ma non solo. La realizzazione del Centro stesso si basa su un approccio economico innovativo: la metà dei finanziamenti necessari, pari a 700 mila euro, derivano infatti dalla buona gestione e valorizzazione del patrimonio agricolo e delle altre proprietà terriere dell’Ospedale.

I restanti 700 mila euro sono stati donati dalla Fondazione Angelo Bianchi Bonomi, che da anni opera in Policlinico sostenendo la ricerca sull’emofilia, la trombosi e le malattie emorragiche.E proprio a Bonomi è intitolato il Laboratorio incentrato sulle patologie della coagulazione (Centro Angelo Bianchi Bonomi per lo studio delle coagulopatie) in cui operano 35 professionisti sia per fare diagnosi su test genetici sia per individuare e validare ulteriori nuovi metodi per lo studio delle diverse malattie trattate e per il monitoraggio della terapia con nuovi farmaci e delle loro complicanze.

Marco Giachetti, presidente della Fondazione Ca’ Granda Policlinico, ha aggiunto: «abbiamo creato un circolo virtuoso che permette di finanziare progetti in campo scientifico per il nostro Policlinico: questo è il primo passaggio, seguiranno gli investimenti per la bioinformatica e il finanziamento di due importanti borse di studio, sempre grazie ai proventi della Fondazione Sviluppo.
In più, la partecipazione della Fondazione Bianchi Bonomi ci fa capire quanto il valore di un progetto possa essere apprezzato e appoggiato da realtà esterne al Policlinico, che investono sull’eccellenza dei nostri ricercatori per trasformare il lavoro nei laboratori in cure per i nostri malati».

Come accennato, un laboratorio è incentrato sulle malattie emorragiche. Ma gli altri? Le Unità Operative di Pediatria e di Pneumologia condivideranno il Laboratorio di Biologia Molecolare e Infezioni Respiratorie, in cui si studierà il microbiota sia respiratorio sia fecale per individuare microrganismi coinvolti nelle patologie respiratorie. Qui inoltre si continuerà il lavoro sui virus influenzali e parainfluenzali già iniziato dall’équipe di lavoro.

Steatosi, steatoepatite non alcolica, cirrosi, epatocarcinoma e patologie del metabolismo del ferro saranno al centro del Laboratorio di Malattie Metaboliche del Fegato, impegnato nel fornire ai reparti test genetici di screening per la predisposizione alle suddette malattie, ma anche a studiarne i meccanismi fisiopatologici.Infine, qui si fa ricerca anche ricerca clinica sui farmaci e si cerca di individuare nuovi target per la personalizzazione delle cure. Ultimo, non per importanza, il Laboratorio Medicina Generale e Centro Malattie Rare, già noto a livello internazionale per lo studio delle malattie rare del globulo rosso e della via biosintetica dell’eme.

Qui si cercano biomarcatori, si fanno screening e si applica la diagnosi molecolare di patologie come porfirie, malattie lisosomiali ed emoglobinopatie.
Simona Giroldi, direttore generale del Policlinico di Milano, ha dichiarato: «per fare la migliore ricerca e creare innovazione ci vogliono quattro fattori fondamentali Bisogna avere le persone giuste, i corretti investimenti, competenze di respiro internazionale e gli ambienti idonei per lavorare al meglio.

Abbiamo già alcuni tra i più grandi professionisti, e sul fronte degli investimenti è da sempre fondamentale il rapporto virtuoso tra pubblico e privato; inoltre, sul fronte internazionale siamo l’ospedale italiano con il maggior numero di riconoscimenti ERN (European Reference Network): significa che siamo un punto di riferimento europeo per 8 settori tra malattie rare e patologie che richiedono cure altamente specializzate.
Ora, con questo nuovo Centro di Ricerca aggiungiamo un ulteriore tassello per fare scienza ai più alti livelli, ma anche per dare ai nostri professionisti il migliore ambiente in cui coltivare scambi professionali, culturali e personali. Solo in un ambiente del genere si può portare a casa il risultato migliore».

Stefania Somaré