Imaging cardiovascolare: serve collaborazione

Imaging cardiovascolare: serve collaborazione
Marco Francone

Nel corso di Exposanità, svoltasi dal 17 al 19 aprile scorsi a Bologna, si è discusso ampiamente della necessità di creare équipe e collaborazione intorno all’imaging cardiovascolare, una pratica indispensabile per il trattamento delle malattie cardiovascolari, ancora oggi la prima causa di morte e di ospedalizzazione nel nostro Paese, oltre che nel mondo.

Si parla di RM e TC che consentono lo studio non invasivo del cuore: in Italia se ne eseguirebbero non meno di 15.000 l’anno, coinvolgendo una cinquantina di centri specializzati dal nord al sud. Perché questi esami possano dare le informazioni necessarie e corrette agli specialisti, occorre però che si creino equipe formate da cardiologi e radiologi e che si rafforzi la collaborazione tra queste due figure.

Lo ha ricordato nel corso del simposio “Imaging cardiologico: lavoro di equipe e nuove soluzioni tecnologiche per migliorare l’outcome del paziente” il professor Marco Francone, dell’Università Sapienza di Roma, presidente eletto della sezione di Cardio-Radiologia della Società Italiana di Radiologia (SIRM): «La combinazione di competenze cliniche e culturali è l’elemento cruciale per gestire al meglio questa rivoluzione in corso che, grazie all’immagine multimodale, sta cambiando il paradigma in numerosi setting clinici cardiologici».

Di pari passo alla collaborazione, è necessaria la formazione di nuove figure, ultraspecializzate, capaci di rispondere alle esigenze cliniche dei pazienti, il che potrebbe anche aiutare nell’ottimizzazione dello sviluppo tecnologico delle apparecchiature.

Il professor Jan Bogaert di Lovanio (Belgio), uno dei massimi esperti mondiali di Risonanza del Cuore, ha sottolineato: «il futuro della diagnostica per immagini del cuore è la valutazione quantitativa e la confluenza dei dati analizzati in banche dati che consentiranno di identificare la patologie cardiache precocemente anche in fase subclinica». Nei prossimi mesi SIRM e SIC (Società italiana di Cardiologia) lavoreranno allo sviluppo di linee guida comuni.

Stefania Somaré