L’ausilio di un nuovo sistema avanzato di imaging endovascolare delle coronarie in uso all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo rende più efficace e sicuro l’impianto degli stent in caso di stenosi coronariche particolarmente calcifiche.

Una dimostrazione video presentata a Parigi al congresso europeo di Cardiologia Interventistica EuroPCR 2022 ha mostrato la metodica, che rappresenta un’evoluzione della classica OCT (tomografia a coerenza ottica). Una sonda in grado di emettere una luce a infrarossi consente al cardiologo di visualizzare la coronaria in vivo.

Le informazioni vengono istantaneamente elaborate da un sistema di intelligenza artificiale, che riproduce le immagini intravascolari ricostruendo la coronaria con dettagli ad altissima risoluzione che consentono di distinguere le placche aterosclerotiche a seconda della loro natura (calcifica, fibrotica o lipidica).

Il sistema si rivela particolarmente utile in caso di placche calcifiche, più rigide e difficili da trattare. Il calcio che riveste internamente le arterie può essere paragonato a un vero e proprio strato di cemento, che va fratturato prima dell’angioplastica per consentire un’adeguata espansione dello stent che viene successivamente impiantato.

Il nuovo sistema OCT con l’ausilio dell’intelligenza artificiale consente rapidamente di quantificare e misurare la distribuzione del calcio, scegliere i sistemi più efficaci per modificarlo e guidare il cardiologo interventista durante le varie fasi dell’intervento.

Le immagini del filmato girato a Bergamo, proiettato nel corso di un simposio presieduto dal prof. Emanuele Barbato, presidente della società europea di Cardiologia Interventistica, mostra un intervento avvenuto con successo ad aprile su un paziente del Papa Giovanni, con operatori il cardiologo Paolo Canova, presente anche a Parigi per illustrare il caso, ed il direttore Cardiologia 2 – diagnostica interventistica, Luigi Fiocca.

«Il problema delle calcificazioni coronariche è sempre più attuale e spesso presente in pazienti d’età più avanzata e più fragili», ha spiegato Paolo Canova ai colleghi presenti al simposio. «Trattare coronarie calcifiche rende l’intervento più complesso e talvolta anche più rischioso proprio per la necessità di modificare il calcio prima d’impiantare uno stent. L’utilizzo di un sistema d’imaging intracoronarico addestrato a riconoscere e quantificare il calcio può realmente consentirci di pianificare l’intervento garantendo ai nostri pazienti il migliore esito clinico».

«L’attenzione costante all’innovazione tecnologica è uno dei fattori che permettono di offrire risposte sempre più appropriate ai nostri pazienti», ha sottolineato Fabio Pezzoli, direttore sanitario del Papa Giovanni XXIII. «Oltre alla tecnologia, contano le competenze dei professionisti.
Ecco perché è importante offrire un contributo in un appuntamento internazionale prestigioso come quello di Parigi.
È anche grazie al confronto con i colleghi medici e ricercatori di altri Paesi, una tradizione che da circa cinquant’anni portiamo avanti in ambito cardiovascolare, che si consolida la crescita professionale dei nostri medici».