Impiantato il primo pacemaker quadripolare in Europa

Il dott. Solimene con la sua equipe
Il dott. Solimene con la sua equipe

Impiantato per la prima volta in Europa un pacemaker quadripolare di nuova generazione con tecnologia di Stimolazione MultiPoint. L’intervento è avvenuto in provincia di Avellino, nella Clinica Montevergine di Mercogliano.
«La nuova tecnologia di stimolazione offre particolare vantaggio ai pazienti con scompenso cardiaco che non rispondono in maniera soddisfacente alla terapia di resincronizzazione tradizionale biventricolare, approssimativamente quindi a un terzo dei pazienti totali», spiega Francesco Solimene, che ha eseguito l’intervento insieme alla sua équipe, «con questo dispositivo è possibile trattare con maggiore possibilità di successo e quindi di risposta positiva alla terapia di resincronizzazione pazienti infartuati con cicatrici con frazione di eiezione inferiore al 35%. Questi pazienti necessitano di stimolazione permanente proprio per la capacità di ottenere una stimolazione del ventricolo sinistro più omogenea e più rapida per le caretteristiche dell’onda di propagazione con basse possibilità di stimolare il nervo frenico che rimane uno dei problemi tecnici più frequenti quando vengono utilizzati elettrocateteri bipolari».
Il dispositivo, chiamato Quadra Allure MP, dispone di un elettrocatetere con quattro elettrodi in grado di offrire la massima flessibilità per le diverse configurazioni di stimolazione per trattare i pazienti con scompenso cardiaco. In particolare, grazie all’opzione di Stimolazione MultiPoint, permette ai medici di programmare l’erogazione simultanea o successiva di due impulsi in due diversi punti anatomici per battito cardiaco, anziché il classico impulso singolo di stimolazione. Questa funzione rappresenta un vantaggio in quanto può essere applicata su una superficie cardiaca maggiore, trattando le aree circostanti al tessuto già danneggiato.
Un recente studio clinico ha dimostrato un aumento del 19% di pazienti rispondenti alla stimolazione MultiPoint a dodici mesi, rispetto ai metodi tradizionali di resincronizzazione.

Paola Gregori