Sono sei i Paesi europei coinvolti, tra cui l’Italia; sette le università che daranno il proprio contributo, tra le quali l’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna e l’Università di Catania; quattro gli ospedali di ricerca che opereranno all’interno del progetto, tra i quali l’Istituto Ortopedico Rizzoli Bologna e l’Ospedale Garibaldi di Catania.

Marco Viceconti, direttore del Laboratorio di Tecnologia Medica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli

Questi sono alcuni dei numeri del progetto “In Silico World”, partito ufficialmente il 28 gennaio scorso con l’obiettivo di accelerare l’adozione di tecnologie di modellazione e simulazione in silico per lo sviluppo e la qualificazione regolatoria di farmaci e dispositivi medici.

Coordinatore del progetto, il professor Marco Viceconti, direttore del Laboratorio di Tecnologia Medica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli.

Spiega il prof. Viceconti: «il progetto avrà un impatto a lungo termine sulla riduzione del costo e della durata dei processi di sviluppo e certificazione di nuovi prodotti medici, mantenendo o migliorando il livello di sicurezza per i pazienti fornito dagli approcci convenzionali».

Nei prossimi anni le varie realtà in gioco svilupperanno 11 soluzioni per simulazioni in silico, due delle quali promosse dall’Alma Mater Studiorum, in collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli: BoneStrength, una tecnologia per testare in silico nuovi trattamenti per ridurre il rischio di fratture ossee in pazienti affetti da osteoporosi, e ForceLoss, una soluzione per testare in silico nuovi trattamenti farmaceutici per rallentare la sarcopenia, cioè la perdita di massa muscolare che può causare gravi complicazioni, specie negli anziani.

Stefania Somaré