Indagine Istat sulla salute degli italiani

A0000940La salute degli italiani migliora rispetto al 2005. Lo dice l’Istat con l’indagine “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, condotta tra il 2012 e 2013 a sette anni di distanza dalla precedente e che ha coinvolto circa 120.000 persone, uno tra i campioni più numerosi in Europa. Realizzata con il sostegno del Ministero della Salute e delle Regioni, con la Regione Piemonte come capofila, l’indagine fornisce una rappresentazione della popolazione residente in ogni singola Regione e una serie di stime, anche a livello sub-regionale, per i principali indicatori, fondamentale per la definizione delle politiche di prevenzione e di assistenza sanitaria dei prossimi anni.
Vediamo alcuni dati. Diminuiscono, rispetto al 2005, le malattie respiratorie croniche e l’artrosi, di contro peggiora la salute psicologica degli italiani con l’aumento della depressione, soprattutto tra le donne, dell’Alzheimer e delle demenze senili (anche perché c’è maggiore capacità di riconoscere le malattie). La depressione è quindi il problema di salute mentale più diffuso e più collegato all’impatto della crisi, se si pensa che riguarda circa 2,6 milioni di individui (4,3%), con prevalenze doppie tra le donne rispetto agli uomini in tutte le fasce di età. Indici peggiori si registrano rispetto alla salute mentale, tra le persone straniere residenti in Italia. Diminuisce la quota delle persone con limitazioni funzionali: si passa dal 6,1% nel 2000 al 5,5 % nel 2013. Più elevata nel Sud e nelle Isole la quota, che si stima essere di oltre 3 milioni di persone, di cui oltre l’80% anziani e i due terzi donne. Le famiglie con almeno una persona con limitazioni funzionali sono l’11% (di queste, meno del 20% ricevono assistenza domiciliare pubblica).
Cala il numero dei forti fumatori, ma aumentano gli adolescenti che iniziano a fumare prima dei 14 anni.  Solo il 20,6% della popolazione sopra i 5 anni pratica un’attività fisica ritenuta protettiva per la salute secondo la definizione dell’Oms: gli uomini sono quasi il doppio rispetto alle donne.
Un dato positivo riguarda la prevenzione dei tumori femminili: la quota di donne di 25 anni e oltre che si è sottoposta a mammografia, passa dal 43,7% al 54,5% mentre il 73,6% ha effettuato un pap test, con un netto aumento rispetto al 2005 (+9 punti percentuali). In aumento la prevenzione dei tumori anche tra le straniere, che tuttavia non recuperano il gap rispetto alle donne italiane.
In calo l’uso di rimedi omeopatici che scende dal 7% al 4,1% tra il 2005 e il 2013; più elevato il livello di soddisfazione per i servizi sanitari pubblici (circa 8 su una scala da 1 a 10).