Infezioni batteriche e contrasto all’antibiotico-resistenza in Italia

Infezioni batteriche e contrasto all'antibiotico-resistenza in ItaliaIn Italia la prevalenza di ceppi batterici resistenti è tra le più alte d’Europa: molto è stato fatto e molto resta da fare per arginare e gestire il problema.
A Roma, esperti si sono confrontati in un convegno organizzato da MSD Italia per individuare soluzioni e proposte per affrontare il problema della resistenza antimicrobica nel nostro Paese.

Gli antibiotici, dalla loro introduzione circa 70 anni fa, hanno ridotto molto il numero dei decessi per malattie infettive e hanno migliorato la salute dei cittadini. Parallelamente allo sviluppo degli antibiotici, però, si è verificata la resistenza batterica, che oggi è un problema a livello mondiale.

L’eccessivo e inappropriato uso di antibiotici negli uomini e negli animali e le scarse pratiche di controllo delle infezioni hanno trasformato l’antibiotico-resistenza in una seria minaccia alla salute pubblica globale.
Questo comporta un prolungamento della degenza ospedaliera, il fallimento terapeutico e un significativo numero di morti, con conseguente incremento dei costi sanitari. Gli specialisti che sono intervenuti hanno illustrato le dimensioni del fenomeno e si sono confrontati sulle possibili linee di intervento.

I numeri del problema

In Europa, oltre 4 milioni di persone l’anno vengono colpite da infezioni batteriche ospedaliere, con 25 mila morti stimate per infezioni provenienti da germi resistenti. Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) colpiscono ogni anno circa 284 mila pazienti, causando circa 4.500-7.000 decessi.

Si calcola che nel 2050 nel mondo le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti l’anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 ml/anno), diabete (1,5 ml/anno) o incidenti stradali (1,2 ml/anno) con un impatto negativo – secondo recenti stime del Fondo Monetario Internazionale – di circa il 3,5% sul PIL mondiale.

L’Italia è il primo paese europeo per utilizzo di antibiotici in ambito umano e terzo per uso sugli animali negli allevamenti intensivi, secondo i dati dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).

Secondo i dati dell’Iss, in Italia il livello di antibiotico-resistenza è fra i più elevati d’Europa, con una percentuale annuale di pazienti infetti fra il 7 e il 10%. Inoltre, sempre secondo i dati dell’Iss, ogni anno nel nostro Paese si verificano in Italia 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi).
Di queste, si stima che circa il 30% siano potenzialmente prevenibili (135-210 mila) e che siano direttamente causa del decesso nell’1% dei casi (1350-2100 decessi prevenibili in un anno).

Stewardship antimicrobica e caso campano

In Italia è stato redatto un Piano Nazionale per il Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR), nel 2017, valido per il triennio 2017-2020, che esprime la strategia italiana per far fronte all’aumento dell’antibiotico-resistenza e della diffusione di microrganismi resistenti agli antibiotici.

Il PNCAR prevede uno sforzo di coordinamento nazionale, obiettivi specifici e azioni programmate.

In linea con gli obiettivi del PNCAR, la Regione Campania ha approvato di recente, nell’ambito dell’attuazione del Piano Regionale della Prevenzione 2014-2108, delle linee di indirizzo per tutte le Aziende del Sistema Sanitario Regionale sulle azioni di contrasto al fenomeno dell’antibiotico resistenza e sulle attività di prevenzione e controllo delle infezioni da organismi resistenti agli antibiotici.

Il documento campano intende fornire a tutte le figure professionali coinvolte nei percorsi prescrittivi, raccomandazioni generali e indicazioni specifiche, rispettivamente per la realizzazione dei programmi di antimicrobial stewardship e per l’implementazione locale dei protocolli di terapia antibiotica empirica. Tali protocolli, da utilizzare sia in ambito ospedaliero sia territoriale, possono essere utili nel limitare l’uso improprio degli antibiotici.

L’approccio One Health

Per contrastare la resistenza antimicrobica, dunque, è necessario un approccio One Health, che coinvolga medicina umana e veterinaria, ricerca, agricoltura e comunicazione.

Lavorare insieme per promuovere e sostenere la stewardship antimicrobica è fondamentale, perché solo attraverso un uso appropriato di antibiotici negli animali e negli uomini si può contrastare l’AMR.

La ricerca deve impegnarsi per trovare nuove molecole antibiotiche, mentre è necessario diffondere la cultura della prevenzione come strumento a supporto della lotta alla resistenza antimicrobica e promuovere l’adozione di stili di vita sani e comportamenti sanitari corretti attraverso la corretta informazione.

Cristina Suzzani