L’esperienza della recente pandemia ha fornito alcune indicazioni utili per la ridefinizione del sistema salute a livello globale, come l’uso della telemedicina per avvicinare i medici ai propri pazienti, l’importanza di rinforzare la medicina territoriale, i test rapidi. Questi hanno il pregio di poter scremare la popolazione e individuare i soggetti che necessitano di esami più approfonditi, in alcuni casi favorendo anche diagnosi precoci.
Ecco allora che un team di studenti della statunitense Rice University ha sviluppato un test rapido per l’ipotiroidismo congenito, condizione che necessita di trattamenti estremamente tempestivi: la terapia con L-tiroxina deve infatti iniziare entro le 4 settimane dalla nascita per garantire uno sviluppo armonico del sistema nervoso centrale. In caso contrario, il soggetto sviluppa disabilità irrecuperabili che andranno a incidere sulla sua vita e quella della sua famiglia.
La tiroxina (T4) è infatti uno dei motori fondamentali dello sviluppo di cervello e muscolatura e, più in generale, della crescita del corpo e del metabolismo. Il dispositivo ideato è a basso costo, adeguato all’uso nei Paesi in via di sviluppo e in quei setting in cui la diagnosi neonatale precoce può essere difficile.
Nel mondo, l’ipotiroidismo congenito primario è la prima causa di tiroidopatia nell’età evolutiva e ha una incidenza che varia da 1 caso ogni 2000 nati vivi a 1 caso ogni 4000 nati vivi, a seconda delle procedure di screening adottate (https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Lng=IT&Expert=442). Inoltre, ci sono etnie che vengono maggiormente interessate da questa condizione, come quelle asiatiche, i nativi americani e gli ispanici. Ma vediamo come funziona questo semplice dispositivo: basta una goccia di sangue per rilevare quantità eccessive di TSH, l’ormone che stimola la produzione di T4 da parte della tiroide. Valori di TSH sopra soglia sono buoni indicatori di ipotiroidismo. Il tutto è contenuto all’interno di un rivestimento stampato in 3D. Il dispositivo può quindi essere facilmente utilizzato al letto del paziente.
Sebbene negli USA, come anche in Europa, gli screening neonatali includano anche la funzionalità tiroidea, non è detto che un sistema come quello sviluppato alla Rice University non porterebbe qualche vantaggio, almeno in termini di costi. Inoltre, come sottolineato da una delle sue ideatrici, Vanshika Jhonsa, il device può facilmente essere strutturato per l’uso in pazienti di età differente da quella neontale e persino per condizioni diverse dall’ipotiroidismo.
Gli altri membri del team di lavoro sono Alex David, Elise Erickson, Margaret Li e Alison Maniace, ognuno esperto in un diverso settore. La loro idea ha già portato alcune vittorie: il Best Interdisciplinary Engineering Design Award del Huff OEDK Engineering Design Showcase della Scuola di Ingegneria George R. Brown, il primo posto alla Johns Hopkins Healthcare Design Competition e il secondo posto alla Rice360 Global Health Technologies Design Competition.
Foto: team:test_ipotiroidismo (dida: i membri del Team Test TSH. Da sinistra: Margaret Li, Alex David, Alison Maniace, Elise Erickson and Vanshika Jhonsa). Credits: courtesy of the Oshman Engineering Design Kitchen/Rice University