Trovare un nodulo sospetto, ottenere la diagnosi senza muoversi da casa e in tempi rapidi, spostandosi solo al momento opportuno per effettuare l’intervento chirurgico: è il percorso che intende realizzare SmartDoc, il progetto di teleconsulto che ha preso il via al Dipartimento di Oncologia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e che è stato reso possibile grazie al contributo dell’Associazione Il Tulipano Bianco APS.

«La pandemia ha creato fragilità nel sistema di diagnosi e cura della malattia oncologica», spiega Ugo Pastorino, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’INT. «Il nostro dovere è far sì che i pazienti mantengano la continuità terapeutica e assistenziale.
Con il teleconsulto offriamo un’opzione in più nell’ottica di proteggere i nostri pazienti e offriamo loro la possibilità di ricevere una diagnosi rapida, di seguire l’andamento della malattia senza gli oneri che è costretto a sostenere chi arriva da un’altra Regione e senza ulteriori stress legati al timore del contagio da Covid-19».

Il Progetto SmartDoc ha ottenuto il nulla osta da parte di Regione Lombardia e in questa prima fase sarà gestito dalla segreteria del Dipartimento di Oncologia polmonare dell’INT, che curerà l’organizzazione degli appuntamenti.

Nel 2021, invece, la gestione passerà al Centro Unico Prenotazioni regionale e sarà proposta come opzione ai pazienti, sempre con il costo a carico del SSN.

«Il tempo che stiamo vivendo ha trasformato il teleconsulto in un’opportunità valida», sottolinea Marco Votta, presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Non va però considerato come un superamento della visita medica: se il malato preferisce un contatto diretto con l’oncologo è nostro compito favorirlo.
Ci rendiamo conto, tuttavia, che la pandemia ha imposto cambiamenti necessari ma impegnativi per il paziente dal punto di vista psicologico, come il divieto di entrare in ospedale per i familiari.
Con la teleassistenza, questo obbligo decade, a tutto vantaggio della serenità del malato».

La visita specialistica a distanza garantisce un livello di qualità pari a quella che viene eseguita in sede e in tutta sicurezza per quanto riguarda la trasmissione dei dati.

«Abbiamo installato un programma protetto che permette al paziente di inviarci gli esiti dei suoi esami, esattamente come se ci consegnasse in mano la documentazione.
A fine visita, sempre in modalità protetta, vengono inviate la diagnosi, la relazione per il medico di famiglia e le eventuali impegnative», spiega Alessandro Pardolesi, dirigente medico della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica e ideatore e responsabile del progetto. «Durante la visita, se necessario, agevoliamo le spiegazioni con disegni che il paziente vede in diretta, utilizzando lo stesso approccio adottato in studio.
Può sembrare una banalità, ma in questo modo cade il muro che si potrebbe creare soprattutto al momento della comunicazione della diagnosi, a vantaggio del rapporto medico-paziente.
Nelle prime tre settimane di attività, i teleconsulti hanno coinvolto 15 pazienti. Due di questi sono stati inseriti nella lista operatoria e il primo paziente arruolato in questa modalità è stato sottoposto a lobectomia polmonare con tecnica mininvasiva.
Alla luce dei risultati che stiamo ottenendo, fra l’altro, a gennaio 2021 coinvolgeremo i pazienti nella compilazione di un questionario per valutare il gradimento di SmartDoc e valuteremo se utilizzare i dati ottenuti per farne oggetto di uno studio clinico».

Al progetto ha contribuito l’Associazione Il Tulipano Bianco APS: «L’emergenza sanitaria ha fatto nascere bisogni del tutto nuovi. Per questo ci siamo attivati per intercettarli e fornire risposte efficaci nel più breve tempo possibile. Sono così nate nuove collaborazioni con strutture ospedaliere che sono un punto di riferimento per pazienti provenienti da tutta Italia, come l’INT.
Siamo felici che il progetto SmartDoc abbia preso forma anche grazie all’attrezzatura tecnica per i teleconsulti che abbiamo fornito. Lavoreremo, inoltre, per far conoscere il nuovo servizio ai potenziali utenti, attraverso un lavoro mirato di promozione», dichiara Francesco Giordani, presidente del Tulipano Bianco APS.

SmartDoc è uno strumento in più per una diagnosi precoce del tumore del polmone, che è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (12%), con dati in costante evoluzione.
Il trend è in calo negli uomini (-1,6%) grazie a una disassuefazione dal fumo, ma in aumento nelle donne (+2,2%) a causa di un aumento delle fumatrici.
Si ricorda, infatti, che il fumo di sigaretta rappresenta il principale fattore di rischio del tumore del polmone ed è responsabile di circa nove casi su dieci di malattia.