La riforma della sanità lombarda

A sette anni dall’ultima Riforma della Sanità Lombarda, che ha introdotto le Agenzie della Tutela della Salute e le Aziende Socio Sanitarie Territoriali, la Regione ha approvato un’altra riforma volta a migliorare il SSR.
In ciò la pandemia ha agito da catalizzatore, mettendo in evidenza la profonda carenza regionale nella medicina territoriale e nel coordinamento tra ospedale e territorio. La nuova Riforma vorrebbe colmare questo gap, passando dal curare, azione tipica dell’ospedale, che si deve occupare delle situazioni acute, al prendersi cura, che presuppone una presa in carico complessiva che non finisca con la dimissione dall’ospedale ma che prosegua nel tempo.

Un sistema più coordinato tra medicina ospedaliera e territoriale che la Regione ha potuto mettere in campo, almeno secondo le parole del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, grazie ai fondi del PNRR.

Con la riforma di potenziamento del SSR, approvata il 30 novembre, si vuole potenziare l’assetto istituito dalla legge n.33 del 2009, introducendo anzitutto il concetto “One Health”, che prevede di guardare la sanità umana, animale e ambientale come un tutt’uno. Si intende, poi, definire al meglio i ruoli dei soggetti sanitari già esistenti in Regione e potenziare la medicina territoriale, anche introducendo nuovi spazi a essa dedicati, dai distretti alle case di comunità, passando per ospedali di comunità, centrali operative territoriali e ambulatori sociosanitari territoriali.

Più in dettaglio, le ATS diventano la sede della programmazione sanitaria, dell’acquisto e del controllo dei flussi, oltre che del coordinamento e della definizione degli accordi con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta; alle ASST spettano, invece, la rilevazione dei bisogni di salute del territorio e le relazioni con il terzo settore, fondamentale in una Regione densamente abitata come la Lombardia. Le ASST vengono divise in due poli, uno ospedaliero e uno territoriale, e sono punto di riferimento di Dipartimenti, Distretti e di tutte le attività erogative. A monte vi sarà un organo di coordinamento.

Spiega Letizia Moratti, assessore al Welfare lombardo e vicepresidente di Regione: «la riforma prevede l’istituzione di un board, un consiglio di rappresentanza, formato da dirigenti di ATS, ASST e dirigenti dell’assessorato al Welfare, che avrà il compito di governare le scelte effettuate».

Grande importanza viene data alla ricerca. La riforma prevede poi “equivalenza e integrazione dell’offerta sanitaria e sociosanitaria delle strutture pubbliche e delle strutture private accreditate” e “parità di diritti e doveri tra soggetti pubblici e privati che operano all’interno del SSR”.

Stefania Somaré