La salute è un diritto di tutti

La salute è un diritto di tutti

La salute è un diritto di tuttiRoberto Vecchietti, amministratore delegato e direttore generale di Rbm Assicurazione salute, ha presentato alla Camera il suo libro “La salute è un diritto. Di tutti”, edito da Egea

Il volume racconta un’Italia in cui 2 italiani su 3 si rivolgono a professionisti sanitari privati per ovviare alle carenze del Sistema Sanitario Nazionale, per una spesa sanitaria privata che sfiora i 40 milioni di euro annuo, pari a circa 655 euro a cittadino.
Inoltre, il fenomeno è in costante crescita, con un +9,9% dal 2013 al 2018.

Una situazione che mette ovviamente in svantaggio i più deboli da un punto di vista economico e che, secondo Vecchietti, è incompatibile con un concetto di salute universalistica.

Durante la presentazione, inoltre, l’autore ha ricordato che «a partire dal 2025 il fabbisogno assistenziale della popolazione richiederà un incremento della spesa sanitaria di almeno ulteriori 20 miliardi, secondo i dati della Ragioneria generale dello Stato. Per non incrementare ulteriormente l’ammontare medio pro capite della spesa sanitaria finanziata di tasca propria bisognerebbe ridurre di circa un terzo gli attuali Lea messi a disposizione della popolazione, o per mantenerli inalterati bisognerebbe aumentare il contributo pagato di tasca propria dagli italiani per le cure private da 580 euro a testa a 1.074 euro pro capite». Per evitare che questo scenario si verifichi, occorre effettuare dei cambiamenti.

Il primo è, secondo l’autore, il passare da un sistema di Livelli Essenziali di Assistenza “concettuali” a un sistema di Livelli Effettivi di Assistenza, per aiutare chi davvero ne ha necessità.

In questo scenario un ruolo fondamentale avrebbe il secondo pilastro, ovvero la sanità integrativa, che dovrebbe essere istituzionalizzata per assicurare, «nell’ambito di un sistema a governance pubblica e gestione privata, una gestione collettiva alla spesa sanitaria delle famiglie attraverso un’intermediazione strutturata da parte di un secondo pilastro sanitario complementare da affiancare al Ssn, in continuità con l’impostazione già seguita nel settore previdenziale con riferimento ai fondi pensione».
Così come Aiop rispetto al terzo pilastro, la sanità privata, Vecchietti chiede che si facciano delle riflessioni e si diano risposte al problema.

Stefania Somaré