Da 70 anni sul mercato, Favero Health Projects, dinamico gruppo italiano con casa madre a Montebelluna (TV), continua a portare innovazione al settore sanitario pubblico e privato con l’obiettivo di fare tesoro delle nuove tecnologie per metterle al servizio dei clinici e del benessere dei pazienti.
Nonostante molto sia cambiato dai tempi della sua fondazione nel 1954 e parecchio continui ogni giorno a mutare, identiche nel tempo sono rimaste la missione e la filosofia aziendale di Favero Health Projects.
Quartier generale a Montebelluna e tre controllate distribuite fra Triveneto (Mechus e Tecnos) ed Emilia-Romagna (Tecnodent), la società opera cercando di perseguire sempre ergonomia, flessibilità e umanizzazione degli ambienti sanitari.
Con le sue attrezzature evolute si rivolge sia al benessere degli operatori (sinonimo di maggiore efficienza) sia a quello dei pazienti e il suo business si realizza in ambito pubblico (40%) e nel privato, in Italia (65% del volume d’affari) e all’estero. La storia che Favero Health Projects ha alle spalle è lunga: ma il futuro resta tutto da scrivere.
Intelligenza artificiale a supporto dell’uomo
Delle evoluzioni a venire l’innovazione tecnologica è il motore primo.
«Prendendo anche spunto da quanto accaduto e accade in altre industrie», esordisce l’ing. Giordano Favero, titolare di Favero Health Projects, «abbiamo implementato soluzioni basate sull’IA mirate a favorire la manutenzione dei dispositivi elettromedicali.
Gli algoritmi ci aiutano nell’esecuzione di calcoli meticolosi sulla movimentazione di letti e altri ausili. Elaborano in cloud e da remoto i dati che provengono da sensori integrati, fornendo informazioni in tempo reale sullo stato di funzionamento di ciascun dispositivo o macchina.
Lo scopo è prevenire i guasti, esattamente come avviene nel comparto manifatturiero, e a maggior ragione i fermi, particolarmente critici nel caso di sistemi per dialisi o rianimazione. Non sempre l’assistenza tecnica riesce a essere puntuale, ma la disponibilità delle tecnologie dev’essere totale».
In casa Favero Health Projects, l’IA trova posto anche nelle fasi di design delle apparecchiature.
«Ne facciamo un uso intenso in sede di progettazione, da tempo abbiamo adottato stampanti 3D e processi di manifattura additiva. Non solo: sempre in relazione alla creazione dei prototipi, è prezioso il supporto dei digital twin, usati soprattutto per la simulazione dello sforzo a fatica e del rischio elettrico, oltre che del grado di usura nel tempo.
L’esperienza ci insegna, tuttavia, che sono sempre le sperimentazioni sul campo a dare le risposte definitive e più attendibili: per questo la validazione nei reparti e i test condotti nei nostri laboratori interni sono fondamentali. Qualche sorpresa è sempre da tenere in conto: l’hi-tech necessita sempre della mente dell’uomo».
Motori ibridi, sviluppi raffinati
In comune con altri e ben diversi settori Favero Health Projects ha almeno un paio dei pilastri sui quali si fondano storicamente la sua attività e i suoi successi: la spinta su meccatronica ed elettromeccanica e la ricerca sui materiali.
Il terzo asse portante è anche il filo rosso che tiene insieme i primi due ed è il miglioramento costante del servizio ai degenti e ai professionisti della sanità.
«Fra le punte di diamante della nostra offerta c’è quello che io chiamo Flash, in onore del celebre personaggio fumettistico Flash Gordon. Il suo nome ufficiale, però, è Inspire Next, un letto a trazione elettrica che integra una struttura simile a un trolley ed è pensato per superare pendenze sino al 10%.
La sua autonomia in esercizio è di circa 12 ore, ciò significa che le sue batterie piombo-nichel devono essere ricaricate solo una volta ogni due giorni.
Monta attuatori elettrici ibridi e il suo funzionamento è quindi paragonabile a una vettura con motore elettrico-benzina che recupera energia in decelerazione e frenata. Fa sì che lo stress psicofisico a carico degli operatori, come dei pazienti, si riduca notevolmente».
Nell’ambito delle terapie intensive e sub-intensive il produttore trevigiano propone una sensoristica evoluta che permette l’immediato trasferimento di dati fisiologici e parametri di salute del soggetto alle unità di monitoraggio centrali.
«Sono tutti prodotti molto raffinati e affidabili», sottolinea Favero, «che purtroppo fanno i conti con la concorrenza di quelli asiatici o turchi, in un momento di contrazione della spesa dell’ospedalità. Gli investimenti in tecnologia sono però premianti: ne beneficia la qualità delle diagnosi e delle cure».
Ai due capi della vita
Altro modello che l’ing. Favero ha messo in risalto è il letto a due sezioni Surgy.
«S’indirizza in prevalenza ai più piccoli interventi chirurgici, da eseguirsi direttamente in reparto o nelle strutture di Pronto Soccorso, perciò non alla chirurgia maggiore né alle visite o ai consulti.
Fra i suoi tratti distintivi ci sono la completezza delle movimentazioni e la meccanica compatta. Infine, il piano in poliuretano strutturale, in tutto simile a quelli dei letti operatori.
Il comfort è stato curato minuziosamente: può sembrare un dettaglio trascurabile ma il fatto che ci si possa sedere comodamente su qualsiasi punto della sua superficie fa talvolta la differenza e consente di lavorare più agevolmente, oltre che di godere di maggiore comfort.
Test pratici condotti internamente ci hanno permesso di raggiungere un tale livello d’equilibrio, non a caso la linea Surgy continua ad affermarsi come una delle più richieste».
Della propensione a guardare verso orizzonti futuri di Favero Health Projects si è in parte detto. L’ing. Favero ne ha data conferma descrivendo brevemente le possibili linee guida di sviluppo della sua azienda.
«Vogliamo destinare investimenti strategici importanti alle terapie sub-intensive e alla pediatria, che presenta caratteristiche e criticità specifiche e originali.
Ci rendiamo conto che, in un periodo di bassa natalità come quello presente, la scelta possa sembrare azzardata ma, per quanto le nascite stiano crollando, altri sono gli elementi da considerare: l’incidenza di talune patologie pediatriche di differente gravità è in aumento, ma i sistemi diagnostici evolvono e permettono di stilare diagnosi molto più precoci, con tutti i vantaggi del caso.
La mia opinione è che due saranno le aree sulle quali il pubblico dovrà dirigere i suoi budget e stanno ai due capi estremi della vita umana: geriatria e pediatria. Con le sue prerogative predittive e previsionali l’IA può essere una chiave di volta, ma credo molto anche nella telemedicina, che può collaborare efficientemente con le nostre soluzioni e che fra i suoi aspetti positivi ha anche la capacità di ridimensionare le spese di ospedalizzazione».
Terapia intensiva 4.0
Il letto Hypercare di Favero Health Projects consente di monitorare efficacemente il paziente nelle aree critiche, grazie a funzioni avanzate, sensori intelligenti e IA, che contribuiscono a fornire ai medici una visione completa e centralizzata di molteplici parametri e misurazioni.
Il sistema integrato nel letto è compatibile per una connessione con il centro di coordinamento infermieristico di reparto per la trasmissione delle informazioni e in caso di necessità, per i pazienti critici, l’operatore può attivare un allarme che segnala l’abbandono del letto da parte loro.
La soluzione è compatibile con l’installazione e gestione dei sensori medicali per il monitoraggio dei parametri vitali del paziente e dà modo di gestirli da remoto, garantendo un’assistenza costante e continuativa.
L’ideale per piccole chirurgie e ginecologia
Il lettino Surgy 9LS1110 presenta piani imbottiti stampati sagomati in poliuretano morbido a pelle integrale esente da CFC-11 su struttura metallica interna, guide laterali porta-accessori in inox lucidato e un sottopiano d’acciaio con guarniture laterali sagomate termoformate con sede per l’aggancio di una pulsantiera.
Funziona elettricamente a bassa tensione con attuatori lineari azionati da pulsantiera e la sua altezza è regolabile da un minimo di 650 un massimo di 950 mm.