Le disuguaglianze uccidono più delle malattie

the doctor and the childUn “Manifesto per la Salute” per il miliardo di persone che non può permettersi di curarsi in caso di malattia o incidente o di partorire in sicurezza. Perché la salute è un diritto umano legato ad aspetti sociali, ambientali, economici e politici.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che, a livello mondiale, i malati di cancro passeranno dai 14 milioni del 2012 ai 22 milioni nel 2030 con un aumento generale della mortalità. E, con una stima al ribasso, vista la mancanza di appositi registri in molti Paesi, si può dire che questa patologia ogni anno colpisce tra i 175 mila e i 250 mila bambini o adolescenti nel mondo.

Nella stragrande maggioranza (l’85-90% dei casi) si tratta di bambini e ragazzi che vivono in Paesi a basso e medio sviluppo, dove non hanno accesso a cure e trattamenti adeguati, i sistemi sanitari nazionali sono estremamente deboli e le cure e i trattamenti più efficaci sono troppo cari e inaccessibili per la maggior parte della popolazione. Nonostante più del 70% dei tumori infantili sia curabile, i tassi di sopravvivenza nei Paesi più poveri sono molto bassi: tra il 10 e il 40%, mentre nel mondo occidentale siamo sul 75-85%. Questo significa che in quei Paesi più di un bambino su due che si ammala di cancro è destinato a morire a causa della mancanza di diagnosi precoci, medicinali, cure, strumentazioni e trattamenti, anche di base.

Anche nei Paesi a più alto reddito, tuttavia, la sfida al cancro infantile è grande, visto che si tratta della malattia non trasmissibile che causa più morti e che, anche qui, non tutte le cure sono garantite: in Italia, per esempio, non è sufficientemente garantito dal sistema sanitario nazionale il supporto psicologico che è ormai unanimemente considerato parte imprescindibile e fondamentale nel trattamento dei tumori pediatrici.

Per questo, in occasione della XIV Giornata Contro il Cancro Infantile, l’organizzazione umanitaria SoleTerre – Strategie di Pace ha presentato un vero e proprio “Manifesto per la Salute” per ribadire con forza che le disuguaglianze non sono naturali e ineluttabili e che l’assistenza sanitaria ha una grande valenza etica: è un diritto umano che solo una società giusta può garantire.

Nel manifesto si legge che «salute non è solo assenza di malattia. Senza diritto alla salute non può esserci giustizia sociale. Solo una società giusta può garantire a tutti il diritto alla salute» e, soprattutto che «la salute non deve più essere una questione di classe sociale o una questione di soldi».

Il “Manifesto per la Salute” ribadisce come questa debba essere un diritto per tutti, nonostante si stimi che ancora oggi siano oltre cento milioni nel mondo le persone che affrontano spese sanitarie insostenibili. Sempre secondo l’Oms la spesa sanitaria privata dovrebbe essere mantenuta al di sotto del 20% della spesa sanitaria totale, ma in gran parte dei paesi poveri questa percentuale supera abbondantemente il 50%.

Nel mondo circa un miliardo di persone non può permettersi cure in caso di malattia, incidente o di partorire in sicurezza; 150 milioni di persone ogni anno sostengono spese ingenti per curarsi e 100 milioni di individui vengono trascinati per questo al di sotto della soglia della povertà. E anche in Europa, culla del welfare state, tra il 2008 e il 2012 la spesa sanitaria si è ridotta del 3% in Italia, del 6% in Irlanda, del 12% in Grecia.

«Non sono solo le malattie a uccidere ma anche le disuguaglianze. Per questo abbiamo sentito il bisogno di ribadire in un “Manifesto per la Salute” che solo una società giusta può garantire a tutti il diritto alla Salute e che questo è possibile solo attraverso un preciso impegno da parte dei governi per il rafforzamento e la creazione di sistemi di welfare pubblico, finanziati attraverso la fiscalità generale e gestiti da una pluralità di soggetti, coinvolgendo quindi i cittadini e le organizzazioni della società civile, in maniera competente e trasparente. E destinando le giuste risorse a programmi di cooperazione internazionale in ambito sanitario, in un’ottica di solidarietà tra Paesi e cittadini dei Paesi più ricchi nei confronti di quelli più poveri. Solo così la copertura sanitaria universale può diventare una realtà ovunque», riassume Damiano Rizzi, presidente di SoleTerre.

Dal 2010 l’associazione ha attivato un Programma Internazionale per l’Oncologia Pediatrica (PIOP) – che in Ucraina, Marocco, Costa d’Avorio, India, Uganda e Italia fornisce cure e sostegno a oltre ottomila bambini e alle loro famiglie – per intervenire nei Paesi nei quali la mancanza di conoscenza e di fondi condanna i bambini malati di cancro a morte sicura. SoleTerre garantisce accesso alle cure con fondi d’emergenza e medicinali chemioterapici e intende sviluppare in ogni Paese piani per l’accesso all’informazione e a una diagnosi tempestiva, attraverso cui i bambini malati possano salvarsi.

Lorenzo Di Palma