Le priorità per la salute a livello mondiale

Le priorità per la salute a livello mondialeCentralità dei pazienti, difficile equilibrio tra innovazione e sostenibilità, ricerca e investimenti, hanno costituito i temi chiave di “Inventing for Life – Health Summit”, l’evento organizzato al Palazzo dei Congressi di Roma lo scorso 19 marzo dalla MSD, consociata italiana di Merck & Co., azienda farmaceutica multinazionale fondata 125 anni fa e leader mondiale nel settore della salute.

L’occasione ha visto la partecipazione di personalità di spicco, come Ellen Eugenia Johnson Sirleaf, Premio Nobel per la Pace nel 2011 e già Presidente della Liberia, la quale ha focalizzato il proprio intervento su uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile approvati nell’ambito dell’Agenda di Sviluppo Globale per il 2030 dalle Nazioni Unite e cioè quello della “buona salute e della copertura sanitaria universale”.

Durante il suo speech, la Premio Nobel ha illustrato, in particolare, come il tema della Salute Pubblica sia stato affrontato concretamente in Liberia – un paese prima dilaniato dalla guerra civile e, nel 2014, dall’epidemia di Ebola – per garantire la qualità dei servizi sanitari e l’equità nell’accesso alle cure primarie. Rimane comunque aperta la questione delle lacune nel finanziamento e una crescita sostenibile in tema di salute è ancora lunga.

Sugli stessi temi è intervenuta anche Julie Gerberding, Executive Vice President and Chief Patient Officer, Strategic Communications, Global Public Policy, and Population Health, nonché membro dell’Executive Committee di MSD, la quale ha illustrato l’impegno della multinazionale nell’innovazione in ambito medico, senza tralasciare i progetti più rilevanti in cui la medesima azienda è impegnata.

La multinazionale farmaceutica, da sempre attenta a garantire la centralità del paziente, è impegnata nella realizzazione di grandi progetti umanitari rivolti alle popolazioni più svantaggiate.

«La persistente inadeguatezza a livello globale nei confronti delle epidemie e la mancanza di interventi reattivi coordinati non solo mette a rischio la salute delle persone, ma minaccia anche la nostra economia globale», ha sostenuto la Gerberding, evidenziando le possibili soluzioni da attuare per garantire investimenti sostenibili in materia di sicurezza sanitaria e per sostenere l’innovazione.

La Gerberding ha quindi sottolineato come il vaccino sperimentale contro l’ebola, attualmente in uso per contribuire a contenere l’epidemia ancora in atto in alcuni Paesi africani, possa essere considerato un esempio di successo di partnership internazionale pubblico-privato. «Per raggiungere obiettivi in ambito sanitario è fondamentale la cooperazione tra diverse discipline», ha quindi concluso.

I risultati dell’indagine italiana

“Inventing for Life” è stata anche l’occasione per riflettere sulla situazione italiana in ambito sanitario. Più in particolare, nel corso dell’evento sono stati illustrati i risultati dell’indagine condotta dall’Istituto Piepoli sulla percezione dei cittadini in ambito sanitario che ha consentito di misurare il grado di soddisfazione degli italiani e quali siano ancora oggi gli ostacoli che limitano la piena realizzazione del principio della centralità del paziente.

La maggioranza degli intervistati (57%) è soddisfatta del nostro Servizio Sanitario Nazionale, anche se detta percentuale è diminuita dell’8% rispetto al 2018, anno in cui si attestava al 65%.

Stante una soddisfazione ancora di buon livello, i cittadini intervistati ritengono che il Servizio Sanitario Nazionale debba impegnarsi di più in futuro per ridurre i tempi di attesa per esami ed interventi (79%), rafforzare la prevenzione delle malattie (51%) e dare maggior sostegno alle fasce deboli della popolazione (49%), con particolare attenzione verso le famiglie a basso reddito e i malati cronici e disabili.

La ricerca ha confermando che la centralità del paziente resta un punto cruciale per valutare l’efficacia di un sistema sanitario.
Altresì, ha messo in evidenza un dato di tutto rilievo e cioè il differente trattamento che il paziente riceve nelle diverse regioni del Paese.

Il problema dell’uguaglianza di accesso alle cure e ai trattamenti sanitari è un tema cruciale e di grande attualità cui è indispensabile trovare quanto prima un’adeguata soluzione. La quasi totalità del campione, ben il 97%, è convinta che vivere in alcune regioni piuttosto che in altre comporti opportunità disuguali di accesso alle terapie innovative.

Ne consegue che il 64% del campione ritiene che in Italia non sia possibile accedere in tempi rapidi ai trattamenti più innovativi, in particolare quelli per la cura dei tumori (33%), quelli per le malattie neurologiche (19%) nonché quelle per le malattie cardiologiche (16%), patologie queste rispetto alle quali il campione ritiene che sarebbe indispensabile potenziare la ricerca grazie ad un aumento degli investimenti.

Altro aspetto critico messo in evidenza dalla ricerca è quello che riguarda i tempi di attesa per ottenere le più diverse prestazioni sanitarie: una prima visita specialistica (44%), per fare gli esami diagnostici necessari (37%), per ricevere la terapia (22%) e per avere una visita di follow up (19%).

Il ruolo cruciale del medico di famiglia

Nel percorso di cura per le famiglie italiane si conferma come cruciale la figura del medico di famiglia, sicuro punto di riferimento per il 49% degli intervistati. Il 36% di essi ha dichiarato che si rivolgono a lui prima di incontrare uno specialista.
Gli intervistati lamentano tuttavia la forte limitazione imposta ai medici di famiglia rispetto alla prescrizione dei farmaci innovativi: l’81% di essi vorrebbe che il medico di famiglia potesse prescrivere anche questi farmaci.

Il medico di famiglia è anche considerato la fonte più attendibile per ottenere le informazioni sanitarie indispensabili (60% degli intervistati), mentre internet è ritenuto attendibile solo per il 14%. L’87% degli intervistati ha messo in evidenza l’alta presenza, nella rete, delle fake news, percepite dal campione come una grave minaccia alla salute delle persone riguardando tematiche particolarmente scottanti come vaccini e tumori.

Il Premio Umberto Mortari

Infine, al termine dell’evento sono stati proclamati i vincitori della prima Edizione del Premio Umberto Mortari per la ricerca scientifica nell’ambito delle Life Sciences, istituito per ricordare, a pochi mesi dalla scomparsa, Umberto Mortari, Presidente di lungo corso di MSD Italia.

Hanno ricevuto il premio Simone Sidoli, ricercatore italiano under 40 che lavora stabilmente all’estero, per lo sviluppo di tecniche innovative di spettrometria di massa dedicate all’analisi delle modificazioni epigenetiche degli istoni, che sono alla base della regolazione dell’espressione genica e Velia Siciliano, ricercatore italiano under 40 che lavora stabilmente in Italia, giovane biologa che guida il suo gruppo di ricerca presso il Center for Advanced Biomaterials for Healthcare dell’Istituto Italiano di Tecnologia, per l’utilizzo della biologia sintetica per sviluppare terapie per malattie infettive e tumorali.

Elena D’Alessandri