La wi-fi è diventata la principale tecnologia di accesso alle reti, residenziali e aziendali, sostituendo via via quella tradizionale tramite cavo Ethernet e fornisce prestazioni sempre più elevate ormai paragonabili a quelle delle connessioni cablate, permettendo così di implementare soluzioni in ogni scenario.
La transizione è stata guidata dalla diffusione dei dispositivi mobile negli ambienti lavorativi e questo ha interessato anche le apparecchiature medicali.
Questa interconnessione semplifica molto le attività giornaliere, la possibilità di accedere ai dati o di inviare immagini medicali al laboratorio direttamente dalle stanze dei pazienti, accelerando le tempistiche di elaborazione e ottimizzando l’uso delle risorse disponibili.

«Come ogni tecnologia però, anche la wi-fi presenta limiti intrinseci», fa notare Giovanni Prinetti, Solution Marketing Manager di Allied Telesis. «Se le connessioni cablate hanno un cavo Ethernet per ogni computer, quelle wireless usano l’aria come mezzo trasmissivo, quindi la banda messa a disposizione da un singolo access point è suddivisa tra tutti i dispositivi collegati».
La trasmissione wireless è sensibile all’ambiente circostante: pareti, arredi, persone e ogni altro elemento rappresentano un ostacolo alla trasmissione radio, rendendo l’area di copertura di un access point non facilmente prevedibile.
«Il roaming, quando un dispositivo passa da un access point a un altro, prevede sempre disconnessione, seppur breve, dalla rete. Non è previsto un sistema automatico di localizzazione dei terminali e i segnali wireless sono sensibili a interferenze elettromagnetiche che potrebbero verificarsi tra loro, disturbando o impedendo la comunicazione».
Queste limitazioni hanno un impatto notevole sull’efficienza della wi-fi in ambiente ospedaliero.
Per ragioni di sicurezza, i dispositivi richiedono all’operatore di autenticarsi dopo ogni disconnessione a seguito del movimento da un access point a un altro e questo può assorbire tempo prezioso al personale sanitario. Inoltre, i dati devono essere a disposizione del personale in ogni momento e posizione nell’ospedale.
«Il tentativo di risolvere queste sfide aumentando il numero di access point crea un maggiore livello di interferenza tra dispositivi contigui che lavorano sullo stesso canale.
Per fornire questo tipo di soluzione, anche in un ambiente così critico, occorre implementare una tecnologia Wi-Fi specifica che garantisca stabilità, capacità di localizzazione dei dispositivi ed elimini le disconnessioni nello spostamento tra access point, come per esempio la soluzione nota come single channel.
La soluzione single channel, complementare alla più diffusa multi channel, prevede che tutti gli access point lavorino sullo stesso canale, per minimizzare così problemi di configurazione e pianificazione.
Se dal punto di vista dell’utente non viene percepita alcuna differenza tra le due soluzioni, in modalità single channel il terminale vede un unico access point virtuale a cui si collega una volta sola, senza più scollegarsi fino a quando mantiene la copertura di un qualunque access point che fa parte dello stesso single channel. Questa funzionalità elimina il problema della continua necessità di autenticarsi, e non perdendo mai la connessione permette all’autenticazione di restare valida».
«La soluzione single-channel prevede che trasmissioni e ricezioni vengano gestite da un controller centralizzato che e, incrociando i dati provenienti da tutti gli access point, può localizzare ogni terminale e tracciare i suoi movimenti all’interno della struttura ospedaliera. Integrata con un sistema di management grafico opportuno, questa funzione permette di riportare la posizione di ogni dispositivo su una mappa fisica, minimizzando i tempi spesi nella ricerca degli apparati.
Coprire le aree di lavoro con un numero elevato di access point non è più un problema, se questi lavorano sullo stesso canale, forniscono resilienza alla connessione, non interferenze, permettendo di coprire tutte le aree.
Tutto questo non solo può ottimizzare le prestazioni di rete, ma aumenta l’efficienza di tutta la struttura ospedaliera, incrementando il livello di servizio e assistenza offerto ai pazienti».