Qual è l’influenza di eventuali infezioni che si presentano in pazienti con lesioni cerebrali acquisite in fase riabilitativa? La letteratura sembra suggerire che queste riducano l’efficacia del percorso riabilitativo.
È possibile che i risultati siano invece influenzati da altri fattori? Per rispondere a questa domanda ricercatori italiani afferenti a diverse sedi degli Istituto Clinici Maugeri hanno collaborato con la Fondazione Santa Lucia e l’Università di Pavia con uno studio, prendendo in esame 221 soggetti con gravi lesioni cerebrali e allestendo uno studio prospettico osservazionale (Bellaviti G, Balsamo F, Iosa M, Vella D, Pistarini C. Influence of systemic infection and comorbidities on rehabilitation outcomes in severe acquired brain injury. Eur J Phys Rehabil Med. 2020 Nov 9. doi: 10.23736/S1973-9087.20.05939-0. Epub ahead of print. PMID: 33165309).

Più nel dettaglio, il team ha messo a confronto gli esiti riabilitativi dei pazienti con e senza infezioni sistemiche. Il gruppo di pazienti affetti da infezioni sistemiche, per lo più causate da batteri Gram negativi, ha effettivamente risposto meno bene dell’altro gruppo in 5 scale utilizzate per valutare l’andamento riabilitativo. In tutto gli score selezionati dagli autori sono 6 (CIRS-G, CRS-R, GCS, FIM, GOS e DRS). Non solo. Gli autori hanno potuto sottolineare che le infezioni sistemiche raddoppiano la permanenza in ospedale dei pazienti che ne sono affetti. Occorre però evidenziare che questi stessi pazienti presentano un livello funzionale inferiore al momento del ricovero, il che può incidere sui risultati del percorso riabilitativo.
Inoltre, si osserva che la co-presenza di patologie endocrino-metaboliche e cardiologiche sembra influenzare i risultati della riabilitazione, pur non rappresentando un fattore di rischio per le infezioni sistemiche. Dal punto di vista clinico, lo studio sottolinea l’esigenza di evitare la diffusione delle infezioni sistemiche tra i pazienti di una struttura, perché queste riducono le loro possibilità di recupero e, al contempo, aumentano il ricovero e i costi associati. Lo studio è open source.

Stefania Somaré