Leucemia linfoblastica acuta: un modello per predire le recidive

(immagine: Vashi Donsk, Wikipedia)

Un gruppo di ricercatori divisi tra il Centro di Ricerca Matilde Tettamanti e l’Università di Stanford ha individuato sei precisi comportamenti cellulari, presenti in due sottopopolazioni di cellule leucemiche, che sembrano guidare il meccanismo di ricaduta nei pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta di tipo B (B-LLA), il primo tumore a comparire in età pediatrica.
Questi comportamenti sono presenti nei pazienti già nella fase acuta e, se individuati per tempo, permetterebbero di stabilire quali pazienti hanno maggiori probabilità di ricadere nella malattia e quali no.
Si tratta di un dato importante per decidere la migliore terapia possibile, dato che in questo genere di leucemia la mortalità è legata proprio alle recidive.
I comportamenti sono stati individuati tramite un’analisi ad alta risoluzione.
Ora il modello verrà testato su un gruppo di 300 pazienti per verificarne ulteriormente l’efficacia.
Lo studio “Single-cell development classification of B cell precursor acute lymphoblastic leukemia at diagnosis reveals predictor of relapse” (Zinaisa Good, Jolanda Sarno et al.) è stato condotto con il sostegno dell’Airc e con il contributo della Fondazione Benedetta è la Vita Onlus ed è stato pubblicato su Nature Medicine.

Stefania Somaré