L’importanza di puntare sull’ADI pediatrica

Quest’anno il congresso della SIPINF – Società Italiana di Pediatria Infermieristica è stato dedicato alle nuove sfide della continuità assistenziale. Di fronte a una platea di infermieri professionali, per la maggior parte pediatrici che lavorano in diversi contesti sia ospedalieri sia territoriali, è intervenuta la dott.ssa Patrizia Elli, responsabile medico dell’Assistenza Domiciliare Integrata pediatrica della Fondazione Maddalena Grassi-FMG con una lectio magistralis su “Cronicità pediatrica: peculiarità, aspetti epidemiologici e nuovi scenari di assistenza”.

La dott.ssa Elli ha proposto una visione complessiva del problema della cronicità pediatrica, sottolineando la difficoltà a raccogliere dati epidemiologici a causa sia della disomogeneità di segnalazioni sul territorio nazionale sia del sovrapporsi di entità diverse di cronicità come le malattie rare, le cure palliative pediatriche, le malattie croniche multifattoriali.

«Il congresso di Sorrento è stato dedicato alla continuità assistenziale nella cronicità pediatrica. I nuovi scenari di continuità assistenziale prevedono la presenza con un ruolo importante dell’infermiere pediatrico. In tal senso l’assistenza al domicilio merita un focus particolare essendo il domicilio il luogo elettivo di erogazione delle cure per i malati cronici e soprattutto per i bambini.

Ho ritenuto importante sottolineare la peculiarità dell’assistenza al domicilio con il suo inevitabile coinvolgimento emotivo e la centralità della figura professionale dell’infermiere con particolare apprezzamento del lavoro svolto a più livelli da queste figure professionali».

«Fare ADI pediatrica significa farsi carico dei bisogni di bambini e famiglie a 360 gradi, fornire prestazioni professionali di alta specializzazione avendo cura di rapportarsi costantemente con tutti i professionisti della rete sociosanitaria con una costante condivisione degli obiettivi con i pazienti e la famiglia, significa imparare a lavorare nell’incertezza perché gli studi clinici con prove di efficacia per questo tipo di pazienti e assistenza sono pochi.

Nel complesso significa saper ascoltare, avere pazienza, saper fare un passo indietro, ma anche saper prendere in mano la situazione quando le criticità aumentano. Direi in sostanza che fare ADI pediatrica significa fare il medico (o l’infermiere) e che questo tipo di esperienza dovrebbe entrare nei tirocini professionali».