L’innovazione digitale è la chiave per la sostenibilità del sistema sanitario

Medicine doctor working with modern computerL’industria italiana dell’Ict è pronta a sostenere con il suo know-how i programmi del Governo per incrementare l’efficienza e la capacità di servizio del Sistema Sanitario Nazionale. Può mettere in campo competenze ed esperienze di eccellenza per accelerare i programmi di digitalizzazione della sanità (e-Health). Al contempo chiede un confronto più intenso con istituzioni e amministrazioni competenti per concorrere all’individuazione delle tecnologie e delle soluzioni più efficaci e delle progettualità di più rapida realizzazione, alla semplificazione di gare e appalti, all’individuazione di progetti pilota, alla definizione degli ambiti in cui pubblico e privato possono concorrere ad ampliare la disponibilità di risorse per investimenti. È questa la posizione espressa da Assinform, l’Associazione delle aziende dell’It aderente a Confindustria, al 9° forum del Risk Management in Sanità, in corso ad Arezzo, per iniziativa di Gutenberg. Secondo Assinform, il successo dei programmi italiani di e-Health, richiamati dal Patto per la Salute 2014-2016 e anche dall’Agenda Digitale Italiana, non può prescindere dal coinvolgimento del settore Ict. Non solo per l’apporto di conoscenza, ma anche perché qualsiasi evoluzione progettuale comporta di tenere in conto le capacità realizzative che sono reperibili a livello nazionale, sulle quale peraltro il settore è disposto a investire, ora e in prospettiva. Secondo Assinform – che ha al lavoro un gruppo di esperti sulla digitalizzazione della sanità (progetto e-Health) per approfondirne gli aspetti e confrontarsi con le istituzioni e i diversi livelli del Ssn – le aree prioritarie di intervento e collaborazione a livello di sistema e in ambito Ict riguardano: la razionalizzazione dei sistemi informativi attraverso il consolidamento dei data center, l’evoluzione al cloud computing e lo sviluppo di servizi applicativi condivisi; il ricorso a nuove piattaforme di comunicazione; la condivisione di risorse e informazioni, attraverso la maggiore diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, il taccuino del paziente, lo sviluppo di portali informativi fruibili dai cittadini, l’ integrazione tra i diversi sistemi informativi clinico-sanitari in base a standard consolidati; sistemi e soluzioni per la diffusione dei modelli di sanità elettronica sul territorio, per assicurare maggiore continuità assistenziale alle cronicità portando il servizio agli ambiti più prossimi al paziente, riducendo i ricoveri e l’impegno di risorse ospedaliere; i sistemi di automazione del sistema logistico e prescrittivo nel territorio, per una gestione più efficiente dei materiali, delle scorte e della loro distribuzione; l’uso delle tecnologie digitali a supporto della sfera clinica, dal trattamento di grandi moli di dati (big data) per analizzare e prevedere l’andamento delle patologie nel territorio e programmare le azioni e l’allocazione delle risorse, fino alla telemedicina e all’uso di sistemi cognitivi per la diagnosi e la cura di pazienti con patologie complesse; la diffusione delle best practice in ambito sanitario, ambito in cui il Ssn è giù attivo, ma che potrebbe trovare ancora maggiore impulso dall’esperienza di chi ha vissuto i progetti sotto il profilo ingegneristico, le vive anche all’estero, può concorrere a rendere tecnicamente praticabile il “riuso” delle progettualità.