L’Ospedale di Legnano fa progetti per i pazienti oncologici

legnanoLa vita del paziente oncologico può essere molto faticosa, fisicamente e psicologicamente. Per renderla più semplice, l’Ospedale di Legnano ha deciso di avviare due nuovi progetti: l’introduzione di un data manager nell’Unità Operativa di Oncologia e l’avvio di un servizio di sostegno psicologico per il malato e per la sua famiglia.
Sergio Fava, direttore dell’Unità Operativa di Oncologia dell’ospedale di Legnano, spiega: «il data manager è una figura molto qualificata che si occupa della gestione degli studi clinici. È un profilo professionale relativamente nuovo – purtroppo non ancora previsto nell’organico ministeriale – che si inserisce nell’ambito della ricerca clinica. A questa figura si affidano la gestione e il coordinamento pratico delle sperimentazioni in corso; il suo obiettivo è assicurare il corretto andamento delle stesse e il mantenimento della loro qualità, verificando che la conduzione dello studio clinico e la raccolta dei dati siano svolte in accordo con i rigidi criteri normativi che ne garantiscono il rispetto della scientificità e dei principi etici».
Una figura, insomma, che si dedica totalmente a studi sperimentali, nazionali e internazionali, di fatto garantendo l’evoluzione dei trattamenti oncologici, a tutto vantaggio dei pazienti, in primis. Anche la scelta di offrire un sostegno psicologico a chi si trova ad affrontare la malattia oncologica, in prima persona o come caregiver, è di grande importanza.
A Legnano il servizio è già attivo da tre anni, in collaborazione con la delegazione legnanese della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Anna Daverio, responsabile della delegazione Lilt di Legnano, spiega: «il sostegno psicologico, che opera in collaborazione con il personale medico, è fondamentale per affrontare la malattia, rendere il percorso di cura più sereno e comprendere che oggi le cure possono dare diverse speranze. Attualmente lo sportello è attivo una volta alla settimana, ma c’è la volontà di ampliarlo viste le molte richieste».
I due progetti non sono finanziati dallo Stato e hanno reso necessario avere finanziamenti esterni, che sono arrivati dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, come «dimostrazione concreta del significato di essere banca del territorio», interviene il presidente Roberto Scazzosi. «Ci siamo messi all’ascolto delle esigenze e abbiamo dato una risposta in un ambito particolarmente delicato e sensibile, quale quello sanitario. Questa iniziativa si inserisce però in un percorso ormai decennale che ci ha visto e ci vede al fianco della Lilt sul tema della prevenzione oncologica».

Stefania Somaré