Malattia X, la prevenzione negli ospedali: la scelta dei dispositivi di protezione individuale e disinfezione

Il virus dell’influenza aviaria H7N9 potrebbe rappresentare la temuta Malattia X tanto paventata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS?
Questo è l’interrogativo che si pongono le autorità ed i massimi esperti della salute a livello internazionale.
Il potenziale pandemico di questo virus è preoccupante. I virus influenzali cambiano costantemente ed è possibile che questo virus possa acquisire la capacità di diffondersi facilmente ed in modo sostenibile tra le persone, innescando un’epidemia globale, cioè una pandemia (1-5).
Ne deriva che a vari livelli (sovranazionale, nazionale e locale) ed in particolare le strutture sanitarie, debbano pianificare le misure di prevenzione (7), ivi inclusi i DPI (dispositivi di protezione individuale) (8) e la sanificazione.

I DPI non sono l’esclusiva soluzione al rischio biologico

Va sempre tenuto presente che la disponibilità di adeguati dispositivi di protezione individuale si traduce in valida misura di tutela quando attuata congiuntamente all’adozione di misure tecnico-organizzative che abbiano approfonditamente valutato, come prescritto dal D.Lgs. 81/08, l’intero processo clinico (diagnostico-terapeutico), oltre che di adeguata informazione, formazione e addestramento.

Come scegliere correttamente i DPI (dispositivi di protezione individuale)?

Con Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (9).

Qualunque DPI venga scelto è assolutamente indispensabile:
– che questo discenda da una corretta ed approfondita valutazione del rischio,
– che si tenga conto delle circostanze in cui si svolgono le attività a rischio;
– che il personale sia adeguatamente informato e formato all’uso corretto dei DPI;
– che l’addestramento comprenda l’illustrazione delle caratteristiche dei DPI adottati e l’effettuazione di una prova pratica.
– È inoltre opportuno che venga formalmente documentata la partecipazione del personale alle sedute di informazione-formazione-addestramento.
– Il produttore dovrà allegare, a corredo del D.P.I, una documentazione tecnico-scientifica rispetto allo specifico rischio d’esposizione evidenziata dalla valutazione del rischio.

Si è qui fatto prevalentemente riferimento, per la loro specificità ed utilità, alle “Indicazioni operative della Regione Lombardia per la valutazione, scelta e corretto utilizzo dei dispositivi per la protezione individuale da rischio biologico in ambito sanitario” del 12/02/2015 (8).

Protezione delle vie respiratorie

In base alla Circolare 27 giugno 2012 n.15 del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali ”Dispositivi di protezione individuale per la protezione delle vie respiratorie da agenti biologici aerodispersi” risultano idonei per la protezione da agenti biologici sia i dispositivi di protezione delle vie respiratorie provvisti d certificazione CE di cui al Capitolo II della Direttiva 89/686/CEE che attesti la protezione da agenti biologici dei gruppi così come definiti dalla Direttiva 2000/54/CE, sia quelli provvisti di certificazione CE di cui al Capitolo II della Direttiva 89/686/CEE basata sulla Norma Europea armonizzata EN 149.

I facciali filtranti

Sono DPI di III Categoria, cui appartengono i Dpi di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. La classificazione di tipo 1 (FFP1), 2 (FFP2) e 3 (FFP3) definisce il livello di protezione dell’operatore ad aerosol e goccioline con un grado di efficienza rispettivamente del 80%, 94% e 98%.

I facciali filtranti sono ulteriormente classificati come:
– “utilizzabili solo per un singolo turno di lavoro” e indicati con NR,
– “riutilizzabili” (per più di un turno di lavoro) e indicati con R.

I facciali filtranti di tipo P2 si possono ritenere corrispondenti ai respiratori classificati come NIOSH US N95 e quelli di tipo P3 a quelli classificati N99 dalla normativa statunitense.
Trattasi di DPI a pressione negativa in quanto l’aria ambiente viene resa respirabile dall’azione del filtro che passa all’interno del facciale solo attraverso l’azione dei polmoni.
I facciali filtranti FFP2 e FFP3 sono ritenuti idonei per la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 e possono essere utilizzati per la protezione da alcuni agenti biologici del gruppo 4.
È raccomandato l’utilizzo di dispositivi con fattore di protezione P3 quando il patogeno è trasmissibile per via aerea e devono essere eseguite manovre a rischio (es. broncoscopie).
È necessaria la prova di tenuta prima di ogni utilizzo.
La tenuta sul viso può non essere garantita in presenza di barba e/o baffi.
Possono essere dotati di valvola; in tal caso non devono essere usati dai pazienti in quanto non impediscono la diffusione degli agenti patogeni trasmissibili per via aerea.

Devono possedere la certificazione EN 149/2001 e A1/2009: sono idonei sia i dispositivi di protezione delle vie respiratorie provvisti di certificazione CE di cui al Capitolo II della Direttiva 89/686/CEE, che attesti la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 così come definiti nella Direttiva 2000/54/CE, sia quelli provvisti di certificazione CE di cui al Capitolo II della Direttiva 89/686/CEE, basata sulla norma europea armonizzata EN 149.

Semimaschera riutilizzabile con filtri

Sono DPI di III Categoria e sono utilizzate congiuntamente a filtri di tipo P1 (bassa efficienza), P2 (media efficienza) e P3 (alta efficienza) che definiscono il livello di protezione dell’operatore con un grado di efficienza rispettivamente del 80%, 94% e 99,95%.
Sono DPI a pressione negativa in quanto l’aria ambiente viene resa respirabile dall’azione del filtro che passa all’interno del facciale solo attraverso l’azione dei polmoni
I filtri P2 e P3 sono ritenuti idonei per la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 e possono essere utilizzati per la protezione da alcuni agenti biologici del gruppo 4.

È raccomandato l’utilizzo di dispositivi con fattore di protezione P3 quando il patogeno è trasmissibile per via aerea e devono essere eseguite manovre a rischio (es. broncoscopie).
È necessaria la prova di tenuta prima di ogni utilizzo.
La tenuta sul viso può non essere garantita in presenza di barba e/o baffi.

Nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda informativa e previste dal produttore.
Devono possedere la certificazione EN 140/1998 (Semimaschera) od EN 143/2000 (filtri per maschere).

Maschera pieno facciale riutilizzabile con filtri

Sono DPI di III Categoria ed utilizzate congiuntamente a filtri di tipo 1 (P1), 2 (P2) e 3 (P3) che definiscono il livello di protezione dell’operatore con un grado di efficienza rispettivamente del 80%, 94% e 99,95%.
Trattasi di DPI a pressione negativa in quanto l’aria ambiente viene resa respirabile dall’azione del filtro che passa all’interno del facciale solo attraverso l’azione dei polmoni.
I filtri P2 e P3 sono ritenuti idonei per la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 e possono essere utilizzati per la protezione da alcuni agenti biologici del gruppo 4.
È raccomandato l’utilizzo di dispositivi con fattore di protezione P3 quando il patogeno è trasmissibile per via aerea e devono essere eseguite manovre a rischio (es. broncoscopie).

Può costituire un limite il contemporaneo utilizzo di occhiali da vista.
Nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda informativa e previste dal produttore.
Normativa tecnica di riferimento: EN 136:1998 (maschera pieno facciale) EN 143:2000 (filtri per maschere).

Dispositivi di filtrazione dell’aria elettroventilati con filtri

Sono DPI di III Categoria e sono utilizzati congiuntamente a filtri THP1, THP2 e THP3 che definiscono il livello di protezione dell’operatore con un grado di efficienza rispettivamente del 90%, 95% e 99,8%.
Trattasi di DPI a pressione positiva o ventilazione forzata, in quanto l’aria ambiente viene resa respirabile dall’azione del filtro. L’ aria viene immessa all’interno di un cappuccio, di un casco o di un elmetto, mediante un elettroventilatore trasportato dallo stesso utilizzatore. La protezione è garantita solo a motore acceso.
I filtri THP2 e THP3 sono ritenuti idonei per la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 e possono essere utilizzati per la protezione da alcuni agenti biologici del gruppo 4.
È raccomandato l’utilizzo di dispositivi con fattore di protezione THP3 quando il patogeno è trasmissibile per via aerea e devono essere eseguite manovre a rischio (es. broncoscopie).
Il loro utilizzo garantisce la contemporanea protezione di occhi, viso e testa.
Consentono il contemporaneo utilizzo di occhiali da vista.
Nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda informativa e previste dal produttore.

Normativa tecnica di riferimento: EN 12491/1998, A2/2008 (schermi ed elmetti a cappuccio), EN 166/2001(filtri)

Guanti monouso non sterili con certificazione CE di Tipo dall’Organismo Notificato che attesti la marcatura CE come dispositivi di protezione individuale (DPI) di terza categoria con certificazione di conformità alla norma europea EN 374 per la “protezione da microrganismi” (9), ai sensi del D.Lgs. 475 del 04.12.1992, livello di performance (AQL) non inferiore ad 1,5 (Level 2), devono essere sempre indossati prima d’accedere alle aree a rischio. Si sconsiglia, per i ben noti problemi di allergia, l’utilizzo di guanti in latice.

Qualora comunque, su valida motivazione se ne decida l’utilizzo, è bene che la quantità di proteine estraibili in soluzione acquosa nei guanti a base di gomma naturale (NR) sia minore di 10 µg di proteine per g di guanto (ovvero 2 µg di proteine per ml estratto) in funzione del peso del guanto, con la valutazione relativa alla quantità di allergeni presenti nel caso del guanto in latice naturale (9).

Nella protezione da contatto può essere opportuno utilizzare un secondo paio di guanti da indossare sopra il primo (8). Un volta indossati, devono essere di lunghezza tale da permettere loro di sormontare i polsi del camice. Occorre cambiarli, dopo ogni contatto con pazienti considerati come casi sospetti o probabili d’influenza aviaria, come ad esempio di H5N1 o H7N9, o con materiali contaminati da loro secrezioni respiratorie, o quando evidenzino delle imperfezioni nella loro tenuta.

Visiera protettiva (od occhiali con protezioni laterali, sconsigliati), con applicazione del marchio CE come DPI con l’attestato di corrispondenza ai requisiti EN 166 “per la protezione da gocce e spruzzi di liquidi” (UNI-EN 166), prestazioni minime richieste: classe ottica uno, protezione meccanica F, protezione da spruzzi liquidi 3, III categoria come da D.Lgs.475 del 04.12.1992, certificazione per la protezione da goccioline liquide e per la resistenza al vapore condensato (antiappannamento), sovrapponibili agli occhiali correttivi, otticamente neutri.

Il dispositivo deve consentire l’utilizzo della maschera di protezione delle vie respiratorie ed essere conformato in maniera tale che il bordo superiore sia il più possibile chiuso (quasi in battuta sulla fronte) e proteggere l’operatore da spruzzi provenienti da qualsiasi direzione. La protezione conseguita utilizzando la visiera, permette la protezione degli occhi, del viso e delle mucose. Deve essere configurata correttamente a garanzia di una protezione adeguata della testa e del viso (compresi il mento e le orecchie).

Il dispositivo dovrà avere peso ridotto, il materiale deve consentire la possibilità di disinfezione chimica mediante i disinfettanti d’impiego comune senza compromettere le prestazioni del dispositivo. Nel caso siano disponibili dispositivi per i quali la certificazione CE evidenzi la classificazione in III cat. e la protezione da agenti biologici questi saranno da preferire come misura di protezione individuale (9). La visiera di protezione facciale fornisce migliori garanzie degli occhiali, ed è quindi da privilegiarsi a questi ultimi.

Queste devono essere continuativamente utilizzate a contatto col paziente, per essere successivamente disinfettate con prodotti di collaudata efficacia contro i virus ed i batteri. Ovviamente gli occhiali da vista non sono da considerarsi protettivi: a loro volta vanno protetti da una visiera.

Protezione del corpo: camice monouso, tuta completa, tuta scafandro ventilata

Sono identificati come DPI, classificati in III categoria con certificazione di tipo CE per la protezione da agenti biologici ai sensi del D.Lgs. 475/92, in conformità ai requisiti della norma tecnica EN 340 ed EN 14126/2006. Se l’indumento protettivo è composto da più parti questo deve essere progettato in modo tale da garantire la tutela dell’operatore in tutte le prevedibili posture di lavoro, inoltre per qualsiasi indumento si deve assicurare sempre un’adeguata protezione lungo le parti di chiusura.

La protezione dagli agenti biologici è determinata dalla classificazione in relazione a:
– resistenza alla penetrazione di sangue sintetico;
– resistenza alla penetrazione di patogeni trasportati dal sangue;
– resistenza alla penetrazione di particelle solide contaminate;
– resistenza alla penetrazione di aerosol contaminato;
– resistenza alla penetrazione di liquidi con batteri.
Sono ritenuti idonei per la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 e possono essere utilizzati per la protezione da alcuni agenti biologici del gruppo 4.

Il Camice monouso è un dispositivo monouso utilizzabile per la protezione parziale del corpo da schizzi.
• Deve disporre di chiusura posteriore sovrapponibile.
• Può disporre di elastici ai polsi o polsini.
• In relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno è necessario l’utilizzo congiuntamente ad altri DPI.
• Normativa tecnica di riferimento: EN 340, EN 14126/2006.

Tuta completa

Si tratta di un dispositivo monouso munito di cappuccio che protegge da schizzi e spruzzi e può disporre di disporre di calzari.
Il sistema di chiusura, posto anteriormente, le cuciture, le giunzioni e gli assemblaggi devono soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione
In relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno, può essere necessario l’utilizzo congiuntamente ad altri DPI.
Normativa tecnica di riferimento: EN 340, EN 14126/2006.

Tuta scafandro ventilata

È una tuta protettiva intera munita di schermo, cappuccio e calzari.
Si tratta di un indumento di protezione completo, munito di scafandro che protegge da schizzi e spruzzi e sistema di ventilazione alimentato con aria motore munito di sistema di filtrazione.
Il sistema di chiusura, le cuciture, le giunzioni e gli assemblaggi devono soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione.
Consentono di effettuare la doccia decontaminante.
Normativa tecnica di riferimento: EN 340, EN 14126/2006, EN 14605.

Protezione del capo: cuffia/copricapo

Possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI* (I categoria)
Se classificati come DPI sono di progettazione semplice e quindi destinati a salvaguardare la persona da rischi di lieve entità. Offrono una limitata protezione del capo dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto.
Normativa tecnica di riferimento: EN 340, se classificato come DPI deve soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione.

Protezione completa del capo e del collo: cappuccio

Può essere classificato sia come Dispositivo Medico che come DPI ( I o II Categoria).
Proteggono la parte superiore del corpo (capo e collo) e, se muniti di visiera, le mucose naso- buccali.
Offrono una buona protezione della cute del capo e del collo dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto.
Permettono la protezione completa del capo e del collo e limitatamente del viso e delle mucose.
In relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno è necessario l’utilizzo congiuntamente ad altri DPI.
Normativa tecnica di riferimento: EN 340, se classificato come DPI deve soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione.
Protezione degli arti inferiori: Soprascarpe / calzari monouso.
Devono permettere di rimboccare i pantaloni al loro interno.
Copriscarpe
Possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI* (I categoria).
Se classificati DPI sono di progettazione semplice e quindi destinati a salvaguardare la persona da rischi di lieve entità.
Offrono una limitata protezione dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto.
Normativa tecnica di riferimento: EN 340, se classificato come DPI deve soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione.

Calzari

Possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI* (I ,II, III categoria).
Se classificati come DPI possono essere utilizzati per la protezione dell’utilizzatore da agenti patogeni trasmissibili per contatto.
Proteggono da schizzi e spruzzi di sangue o altri liquidi biologici (es. saliva, urina, liquido amniotico).
Possono essere integrati ad altri DPI (tuta completa) o previsti a completamento (camice o tuta se non già integrati).
È necessario che dispongano di sistema antiscivolamento.

Normativa tecnica di riferimento: EN 340, se classificato come DPI deve soddisfare i requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione

Chi deve indossare i DPI? Oltre agli operatori sanitari a contatto con pazienti considerati come casi sospetti o probabili d’una grave forma d’influenza aviaria, come per esempio di H5N1 o H7N9, (e gli addetti alle pulizie degli ambienti ospitanti questi ultimi), anche il personale sanitario aeroportuale, il personale delle forze dell’ordine e delle dogane che si trovi in presenza di casi sospetti d’una grave forma d’influenza aviaria, come ad esempio di H5N1 o H7N9.

Gli operatori che vengono in contatto con un caso sospetto durante il trasporto, la visita medica, le pratiche d’assistenza di nursing-triade, la pulizia-sanificazione dei locali ospitanti i malati, devono utilizzare facciali filtranti certificati per la protezione da agenti biologici classificati come dispositivo di protezione individuale (DPI) in III categoria con certificazione CE di Tipo per la protezione da agenti biologici del gruppo 2 e 3 elencati nell’Allegato III della Direttiva 54/2000/CE (recepito in Italia all’Allegato XLVI del D.Lgs. 81/2008). Attualmente sono in commercio facciali filtranti dotate di valvola.

È importante sapere che la presenza di valvola significa che l’efficienza è applicata solo sull’aria inspirata, in quanto nell’inspirazione la valvola si chiude, costringendo l’aria ad attraversare il tessuto della maschera, mentre si apre in espirazione consentendo all’aria di fuoriuscire senza passare attraverso il tessuto. Tali dispositivi, pertanto, sono idonei solo per gli operatori, mentre i pazienti devono tassativamente utilizzare il tipo senza valvola d’espirazione. E’ comunque preferibile disporre anche per gli operatori sanitari di facciali filtranti senza valvola. Le comuni mascherine chirurgiche possono essere usate solo dai pazienti che non dovessero davvero tollerare, ad esempio perché provocano un certo senso d’ostruzione, i facciali filtranti FFP2; tuttavia le mascherine chirurgiche hanno un potere filtrante molto inferiore a questi ultimi.
Quale sequenza deve seguire l’operatore sanitario nell’indossare i DPI?

L’operatore sanitario, una volta giunto nella stanza filtro, dovrà iniziare a indossare i soprascarpe immettendovi i pantaloni, continuare con il camice o tuta, proseguire col grembiule, indossare il copricapo e i guanti (rimboccandovi all’interno i polsini delle maniche), indossare la maschera, completando quindi le protezioni con la visiera (o gli occhiali).

Come va indossato il facciale filtrante?

Non si può indossare la maschera se non si è perfettamente rasati: quindi, niente barbe, baffi o pizzetti, la cute del volto deve essere completamente liscia, altrimenti la maschera perde aderenza e si vanifica la funzione filtrante.
– Innanzitutto scegliere sempre la taglia giusta.
– Indossarla sempre prima d’entrare nell’area a rischio!
– Tenere la maschera nel palmo della mano non dominante, con la convessità nasale rivolta ai polpastrelli dell’operatore, lasciando penzolare i lacci.
– Posizionare la maschera al volto, coprendo il mento, il naso e la bocca.
– Disporre sulla parte alta della nuca (sopra la cuffia di protezione del capo) l’elastico di trattenuta superiore, e quello inferiore sul collo, appena sotto le orecchie.
– Modellare la maschera al naso: premere delicatamente i polpastrelli dell’indice e del medio d’entrambe le mani sulla maschera all’altezza delle narici, in modo da regolare alla forma del naso il fermaglio metallico di trattenuta; se quest’operazione viene effettuata con una mano sola risulta compromessa l’aderenza della maschera.
– Verificare ora l’aderenza al volto del DPI mediante il test a pressione positiva:
a) posizionare delicatamente entrambe le mani sulla maschera premendo solo sui lati, in modo da aumentarne la tenuta e facendo attenzione a non schiacciare o spostare il dispositivo;
b) espirare fortemente: se il DPI non è provvisto di valvola d’espirazione si avvertirà una pressione positiva, che guiderà l’operatore nella successiva manovra di regolare opportunamente la tenuta agendo sugli elastici e sul posizionamento del DPI, ripetere quindi per maggior sicurezza il test.

Verificare ora l’aderenza al volto del DPI mediante il test a pressione negativa:
a) come prima, posizionare delicatamente entrambe le mani sulla maschera premendo solo sui lati, in modo d’aumentarne la tenuta e facendo attenzione a non schiacciare o spostare il dispositivo;
b) inspirare profondamente: se il DPI è ben aderente al volto, l’operatore avvertirà una pressione negativa che farà “incollare” la maschera al volto; altrimenti s’avvertirà il passaggio d’aria nei punti di mancata aderenza il che orienterà l’operatore nella successiva manovra di regolare opportunamente la tenuta agendo sugli elastici e sul posizionamento del DPI, ripetendo quindi il test.

Corretto uso del facciale filtrante

1. Una volta entrati nella stanza del paziente, non toccare la maschera esternamente, perché, a contatto col paziente, questa è considerabile perlomeno potenzialmente infetta.
2. Utilizzarla per la durata di tutto il turno, solo all’interno della zona a rischio.
3. Toglierla e smaltirla, ogniqualvolta si esce dall’area d’isolamento o a rischio.
4. Sostituirla qualora sia contaminata, inumidita o bagnata.
5. Smaltirla nei rifiuti speciali ospedalieri.

Le procedure di sicurezza all’uscita dall’area d’isolamento.
• Mai effettuare queste procedure nel locale d’isolamento, da considerare particolarmente inquinato, mai lavarsi le mani nel locale dove soggiorna il paziente, ma nel locale immediatamente successivo, ovvero nella stanza filtro, prima di fare ingresso nei reparti.
• Con una soluzione alcolica almeno al 60%, procedere al lavaggio delle mani coperte dai guanti appena utilizzati nell’area a rischio.
• Sempre indossando i guanti, iniziare a togliere il grembiule, il camice e le soprascarpe. Si tratta di una operazione molto delicata in quanto questi DPI sono da considerare contaminati, perciò si dovrà procedere accuratamente e delicatamente, facendo in modo d’avvolgere all’interno le superfici esterne di questi indumenti, ponendo molta attenzione a non toccarli al loro interno, soprattutto a non toccare, ovvero a non contaminare, gli indumenti sottostanti, ma disponendo adagio quelli da smaltire nel loro contenitore di rifiuti speciali ospedalieri RSO.
• Con molta cautela togliere i guanti, è una delle operazioni più delicate: bisogna fare molta attenzione a non contaminarsi! Uno degli accorgimenti più utili da seguire consiste nell’afferrare, con le dita della mano cui è stato appena tolto il guanto, il bordo interno ovvero la parte interna del polso del guanto ancora indossato, rovesciandolo delicatamente; con la medesima cautela, immetterlo nel contenitore di rifiuti speciali.
• Effettuare ora un secondo lavaggio delle mani con una soluzione alcolica almeno al 60%, detergendo con sapone.
• Togliere delicatamente dal volto la visiera protettiva, immettendola in un idoneo contenitore a chiusura ermetica per la sua disinfezione.
• Rimuovere adagio il copricapo monouso e la maschera, disponendoli delicatamente nel contenitore chiuso di rifiuti speciali ospedalieri. Anche questa è un’operazione molto delicata, perché la maschera è da considerare uno dei dispositivi potenzialmente più contaminati. Si dovrà, perciò iniziare a slacciare molto delicatamente gli appositi elastici di trattenuta, evitando nel modo più assoluto di toccarla sulla parte esterna!
• A questo punto è d’uopo procedere a un terzo lavaggio delle mani, comprendendo anche gli avambracci fino al gomito, utilizzando del sapone e una soluzione alcolica almeno al 60%, asciugando quindi con dispositivi monouso.
• Si potranno finalmente indossare gli indumenti di reparto o civili, a seconda dei casi, senza dimenticarsi, prima d’uscire dalla zona filtro, d’effettuare un lavaggio finale delle mani con sapone.

Inoltre:
• Non usare nei reparti non a rischio i DPI specifici per casi di sospetta forma d’influenza aviaria, come per esempio di H5N1 o H7N9.
• Nel modo più assoluto, evitare di mantenere indossati fuori dall’isolamento i DPI specifici appena utilizzati nell’area d’isolamento o a rischio d’influenza aviaria, come ad esempio di H5N1 o H7N9. Si tratterebbe d’una imperdonabile mancanza di rispetto delle norme di sicurezza. Tali DPI sono infatti potenzialmente infettati dal virus.
• Prevedere con anticipo le misure di prevenzione e di protezione prima d’entrare nell’area d’isolamento. Provvedere a una congrua disponibilità di DPI in reparto e nell’anticamera d’ingresso all’isolamento.
• Rispettare rigorosamente le procedure necessarie: una volta entrati nell’area d’isolamento, occorre evitare d’uscirne, se non per inderogabili ragioni d’urgenza! Prevedere perciò l’indispensabile fabbisogno. Ogni volta che il personale esce dalla zona a rischio è comunque tenuto a seguire le laboriose procedure di sicurezza appena esposte: dismissione dei DPI contaminati e nuova vestizione con un set incontaminato al rientro.
• Per nessun motivo uscire e rientrare nella zona a rischio con gli stessi DPI: si potrebbe dare luogo alla diffusione dell’agente virale nelle aree adiacenti!
Per ragioni di spazio non si è potuto entrare nel merito delle misure di prevenzione e di protezione collettiva ed individuale nei riguardi del personale sanitario e a tutela del rischio di contaminazione dei degenti nosocomiali: il corretto utilizzo dei DPI, sterilizzazione, disinfezione e sanificazione. Dettagliate indicazioni in argomento compariranno in un articolo pubblicato sul prossimo numero.

Bibliografia

1. WHO. Responding to the avian influenza pandemic threat. 2005. http://www.who.int/csr/resources/publications/influenza/WHO_CDS_CSR_GIP_05_8-EN.pdf
2. E.C.D.C. Avian influenza A(H7N9) viruses https://ecdc.europa.eu/en/zoonotic-influenza/facts/faq-H7N9
3. Ministero della Salute – Circolare “Infezione da Virus Influenzale A (H7N9) nell’uomo” http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=0&codLeg=46037&parte=1%20&serie=
4. CDC Centers for Disease Control and Prevention. Avian Influenza: Information for Health Professionals and Laboratorians 2018 https://www.cdc.gov/flu/avianflu/healthprofessionals.htm
5. CDC Centers for Disease Control and Prevention. Interim Guidance for Infection Control Within Healthcare Settings When Caring for Confirmed Cases, Probable Cases, and Cases Under Investigation for Infection with Novel Influenza A Viruses Associated with Severe Disease. 2018. https://www.cdc.gov/flu/avianflu/novel-flu-infection-control.htm
6. CDC Centers for Disease Control and Prevention. Interim Guidance on Follow-up of Close Contacts of Persons Infected with Novel Influenza A Viruses Associated with Severe Human Disease and on the Use of Antiviral Medications for Chemoprophylaxis 2018. https://www.cdc.gov/flu/avianflu/novel-av-chemoprophylaxis-guidance.htm
7. Piano nazionale in preparazione della pandemia, Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_501_allegato.pdf
8. Regione Lombardia: Nota n. 4975 del 12.02.2015 – Indicazioni operative per la valutazione, scelta e corretto utilizzo dei dispositivi per la protezione individuale da rischio biologico in ambito sanitario.
9. INAIL 2011. Documento Tecnico del Tavolo Permanete sulla Gestione dei Rischi Igienico Ambientali di indirizzo tecnico dell’INAIL_ISPESL “Criteri procedurali per la scelta e caratterizzazione dei DPI per il rischio biologico in attuazione degli adempimenti normativi del D.lsg. 81/08.

Luciano Villa
medico competente Specialista in: Medicina del Lavoro, Igiene e Medicina Preventiva, Malattie Infettive
Matteo Petracca
ASST Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valtellina e dell’Alto Lario, Struttura di Medicina del Lavoro