Medicina di genere in Pronto Soccorso

Uno dei focus della medicina contemporanea è la personalizzazione delle cure. Allargando i campi, questo concetto sposa anche quello di medicina di genere, intesa come presa in carico dei pazienti che tenga conto delle loro peculiarità di genere. Per fare degli esempi, l’artrite reumatoide colpisce in prevalenza le donne, così come l’osteoporosi grave; le patologie cardiovascolari, invece, sono più frequenti negli uomini, almeno tra i 40 e i 50 anni. Capire quali sono le differenze di genere nel contrarre e nel rispondere a una data patologia è di estrema importanza per poter orientare le cure, appunto, e offrire a ognuno il percorso terapeutico più indicato.

Uno studio multicentrico olandese esplora le differenze di genere in Pronto Soccorso in termini di tipologia e gravità della malattia e di esito, in termini di mortalità in ospedale, ricovero in ospedale o in Terapia Intensiva e durata del ricovero.
Gli autori hanno inoltre cercato di verificare se i pazienti che si presentano al Pronto Soccorso presentano diversità di genere nei segni vitali, per esempio, nei valori del sangue, negli score di dolore e nelle categorie assegnate dal triage.

Lo studio ha analizzato i dati clinici di 148.825 pazienti, per il 48,8% donne.
Gli ospedali coinvolti sono stati il Centro Medico Máxima di Eindhoven, il Centro Medico Universitario di Leiden e il Centro Medico Leeuwarden, mentre i sistemi di triage adottati sono stati il Manchester Triage System (Leiden) e il Dutch Triage Standard (Eindhoven e Leeuwarden).

Il primo dato interessante è che non ci sono grandi differente nelle caratteristiche dei pazienti al loro arrivo in Pronto Soccorso e tantomeno si può dire che uno dei due generi usi il Pronto Soccorso con maggiore frequenza. Certo, gli uomini sono più propensi ad arrivare in Pronto Soccorso per dolore al petto rispetto alle donne, inoltre spesso hanno un livello di triage più “urgente”, mentre le donne riportano dolore severo più spesso degli uomini.

Tuttavia, gli autori hanno individuato alcune differenze negli esiti successivi alla presentazione in Pronto Soccorso: gli uomini sembrano avere infatti un maggior tasso di mortalità in ospedale rispetto alle donne, per la precisione un 2,2% contro un 1,7%, e vengono più spesso ricoverati dal Pronto Soccorso direttamente in Terapia Intensiva o in un reparto ospedaliero (4,7% contro 3,1%), quale che sia la categoria di rischio stabilita dal triage. Infine, è più probabile che una donna venga dimessa direttamente dal Pronto Soccorso per rientrare a domicilio rispetto a un uomo. Simile, invece, tra i generi i dati relativi alla visita a sette giorni dall’evento.

Gli autori hanno cercato di capire se i risultati presentati fossero da imputare, per esempio, a differenze di età, ma anche “aggiustandoli” il senso finale non cambia: essere uomo sembra porre l’individuo in un maggior rischio di incorrere in esiti infausti quando si ricorre al Pronto Soccorso, quindi in situazioni di emergenza. Gli autori evidenziano anche che questi risultati sono in linea con altri di precedenti articoli. Sarebbe ora interessante capire quali caratteristiche del fenotipo maschile portino a questo aumentato rischio. Probabilmente tutto ciò sarà oggetto di futuri studi: ciò che interessa, ora, è verificare che il genere maschile corre più rischi rispetto a quello femminile in termini di esiti del Pronto Soccorso.

(Lo studio: Candel BG, Dap S, Raven W, Lameijer H, Gaakeer MI, de Jonge E, de Groot B. Sex differences in clinical presentation and risk stratification in the Emergency Department: An observational multicenter cohort study. Eur J Intern Med. 2021 Sep 11:S0953-6205(21)00301-0. doi: 10.1016/j.ejim.2021.09.001. Epub ahead of print. PMID: 34521584)

Stefania Somaré