Medicina personalizzata: una strategia europea per velocizzare il processo

Le Sanità di tutto il mondo sarebbero avvantaggiate da uno sviluppo rapido e innovativo della medicina personalizzata, in termini di un uso migliore e più razionale delle risorse e di outcome sui pazienti. Esistono però una serie di ostacoli da superare, uno dei quali è l’accesso dei pazienti ai nuovi farmaci, ai dispositivi medici e ai percorsi terapeutici innovativi: per esempio, ci possono volere 20 anni perché un nuovo farmaco passi dalla fase sperimentale all’uso in clinica.

Alcuni ricercatori olandesi hanno cercato di studiare i fattori che limitano l’innovazione, tra cui le fasi di test e approvazione, i fattori di rischio, l’esigenza di investimenti continui, guardando alla situazione tanto dal punto di vista delle aziende del comparto farmaceutico e medicale, che da quello dei decisori politici.
Ne è uscito un articolo pubblicato di recente sulla rivista Public Health Genomics, dal titolo “Making the Most of Innovation in Personalised Medicine: An EU Strategy for a Faster Bench to Bedside and Beyond Process”.
Uno dei problemi principali emersi da questa analisi è la difficoltà che riscontrano a lavorare insieme industria e stakeholders; questi ultimi, in particolare, non puntano molto sulla valutazione dei nuovi prodotti, determinando tempi di attesa troppo lunghi per l’industria che non vede i propri prodotti entrare sul mercato.
Una delle conseguenze dirette di questa situazione è che mancano investimenti continui sull’innovazione: l’industria investe se poi sa che può vendere, altrimenti non ne può tratte alcun tipo di vantaggio. Gli autori suggeriscono anche che la soluzione sarebbe semplice, perché starebbe nell’implementare il coordinamento e la collaborazione tra i diversi stakeholder coinvolti.
Nel testo, i ricercatori hanno utilizzato la European Alliance for Personalised Medicine (EAPM) come modello di possibile soluzione che possa migliorare l’approccio all’innovazione.

Stefania Somaré