Militari e medici civili insieme per affrontare calamità naturali o antropiche

Situazioni d’emergenza determinate da catastrofi ambientali, come terremoti, maremoti ed eruzioni, oppure da catastrofi causate dall’uomo, industriali o militari, richiedono spesso un intervento congiunto di medici e militari che mettono in sinergia le rispettive competenze per agire nel modo più efficace e tempestivo.

Il crollo del Ponte Morandi di Genova del 14 agosto 2018 ne è un esempio, così come il disastro successo il 22 luglio 2021 sull’isola di Capri, quando un pulmino che andava dal porto verso la piazzetta cadde su uno stabilimento balneare.
In quella occasione, intervenne il prof. Giuseppe Noschese, già direttore del Trauma Center dell’Ospedale Cardarelli di Napoli e ora responsabile della startup del Trauma Center dell’Ospedale del Mare di Napoli.
Noto per la sua grande esperienza nella gestione di politraumatizzati da eventi catastrofici, Noschese intervenne per facilitare il coordinamento delle attività di soccorso.

I pazienti furono portati immediatamente all’Ospedale Capilupi per la stabilizzazione emodinamica e poi furono trasferiti in elicottero all’Ospedale del Mare.

Questi sono esempi di fatti che evidenziano l’importanza di essere preparati a gestire quella che gli anglosassoni chiamato mass casualty, «ovvero una situazione in cui un elevato numero di politraumatizzati giungono contemporaneamente in un ospedale.

Per affrontarla al meglio», spiega il prof. Noschese, «occorre essere preparati. Esistono, per esempio, algoritmi che consentono, in fase di triage, di suddividere i pazienti in base alla gravità, dando loro codici ad hoc che danno indicazione del percorso successivo, in particolare delle tempistiche».

Di questo, e non solo, si è parlato in occasione dell’incontro “Una visione comune tra militari e civili impegnati in ambienti ostili”, organizzato in maggio dalla IDMA – Associazione Internazionale della Medicina dei Disastri, presieduta proprio dal prof. Noschese.

Il focus è stato la gestione del paziente politraumatizzato per via di disastri naturali o causati dall’uomo (come occorre intervenire? con quali tempistiche? cosa è meglio fare sul campo e cosa in ospedale? come organizzare la rete dei Trauma Center del territorio? come spartire i pazienti tra i vari ospedali disponibili? Quando si verifica un evento catastrofico, il numero di feriti, anche gravi e politraumatizzati, è spesso elevato: in questi casi la capacità medica di uno staff non basta.

La logistica assume un’importanza eguale alle competenze mediche, per consentire ai pazienti di essere smistati verso i centri più adeguati alle loro condizioni e anche nei tempi migliori. L’evento è di particolare interesse perché in Italia in questi anni si stanno formando e consolidando le Reti regionali dei Trauma Center, chiamati a collaborare in caso di eventi catastrofici, appunto.

Stefania Somaré