Sono necessarie reti oncologiche per facilitare l’accesso alle cure, in particolare per i tumori rari. Questi, «considerati complessivamente, hanno una rilevanza epidemiologica maggiore di quanto la definizione stessa possa lasciar pensare», ricorda Gianpiero Fasola, presidente del Cipomo, in occasione della Giornata delle Malattie Rare di sabato 28 febbraio. Colpiscono sei europei su centomila ogni anno, i nuovi casi raggiungono i 4 milioni l’anno, rappresentando il 20% di tutti i nuovi pazienti oncologici.
«Ogni singolo caso rischia di diventare un percorso a ostacoli che può mettere in difficoltà pazienti e professionisti. In Italia il lavoro svolto fin qui dall’Istituto Tumori di Milano e dalla Rete Tumori Rari ha già dato ottimi risultati. Tuttavia, non mi sembra strategicamente intelligente che un Sistema Sanitario si affidi solo alla buona volontà di singoli. Serve un cambio di passo: sistematizzare, coordinare e facilitare l’accesso alle competenze giuste e ai luoghi di cura adeguati. Questo dovrà essere l’impegno di tutti», continua Fasola.
«Il Gruppo di lavoro Agenas Cipomo – Aiom sulle Reti Oncologiche sta operando per rispondere alle indicazioni che derivano dal “Documento Tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro per gli anni 2011-2013, e dal Patto per la salute tra Stato e Regioni; è necessario accelerare i tempi per la costruzione delle Reti di patologia e passare dalle enunciazioni e da Atti deliberativi, spesso senza esito, all’avvio di un Sistema, efficacemente coordinato e monitorato, per la presa in carico dei pazienti», conclude Fasola. La cura dei tumori rari verrà affrontata nel corso del XIX congresso nazionale del Cipomo che si terrà a Milano dal 14 al 16 maggio 2015.
Paola Gregori