Nuovo laser al tulio per l’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano

Ioannis Goumas

Le patologie urinarie sono molto diffuse tra la popolazione, con un’incidenza che cresce con l’avanzare dell’età. Molti di questi disturbi necessitano di un intervento chirurgico per essere risolte. È il caso, per esempio, dell’ipertrofia prostatica benigna, che colpisce il 50% degli over 60, determinando un incremento del volume della prostata che si traduce in sintomi ostruttivi e irritativi di varia entità, che spesso si manifestano con bruciore, urgenza minzionale e talvolta fenomeni di incontinenza e un netto peggioramento della qualità di vita.

Il campo urologico è uno di quelli in cui l’avanzamento tecnologico consente l’uso di un approccio mininvasivo in molte situazioni. Per ampliare la propria offerta in questo ambito, l’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano (Gruppo San Donato) si è dotato di un nuovo laser ibrido al tulio, di ultima generazione: Revolix HTL. L’Ospedale è tra i primi, in Europa, a sperimentare questa tecnologia che fonde in un unico strumento le principali caratteristiche dei laser sin qui utilizzati.

Utilizzato di recente durante un intervento in diretta, nel corso del Congresso della Società Europea di Urologia, il nuovo laser permette di eseguire un trattamento endoscopico e radicale dell’ipertrofia prostatica benigna anche in pazienti affetti da varie comorbidità e in terapia con farmaci anticoagulanti: l’adenoma centrale può infatti essere asportato senza effettuare tagli, per via transuretrale e passando poi per il canale uretrale, riducendo il rischio di sanguinamento, rischio diminuito anche dall’alto potere coagulante dello strumento.
Ciò porta vantaggio anche nel postoperatorio, consentendo di rimuovere il catetere vescicale già 24-48 ore dopo l’intervento e di dimettere precocemente il paziente.

Ioannis Kartalas Goumas, responsabile dell’UO di Urologia dell’ospedale vigevanese, aggiunge: «oltre a questi vantaggi, l’enucleazione anatomica laser permette una rapida e soprattutto duratura scomparsa della sintomatologia ostruttiva determinata dell’ipertrofia prostatica rispetto al tradizionale intervento di TURP, per cui spesso si rendeva necessario intervenire nuovamente a distanza di tempo».

Ioannis Kartalas Goumas

Prosegue Goumas: «con l’acquisizione del laser ibrido al tulio l’UO di Urologia dell’Istituto Clinico Beato Matteo dispone ora di tutte le tecnologie più avanzate e performanti per la cura della calcolosi urinaria complessa e dell’ipertrofia prostatica benigna, confermandosi punto di riferimento per il territorio».

Lo strumento è infatti efficace anche per il trattamento mininvasivo della calcolosi urinaria, disturbo molto diffuso nel nostro Paese, con un’incidenza del 10% nella popolazione maschile e del 5% in quella femminile. Si tratta inoltre di una patologia che colpisce prevalentemente soggetti in età lavorativa, compresi tra i 30 e i 50 anni. Il laser può essere impiegato, in questo caso, sia con un approccio endoscopico retrogrado che con accesso percutaneo di esigue dimensioni: si possono raggiungere così i calcoli all’interno delle cavità renali e polverizzarli passando da un’incisione al fianco inferiore al centimetro.
Infine, questo strumento è indicato anche nella patologia oncologica, permettendo di effettuare ablazioni di tumori di piccole-medie dimensioni posizionati nell’alta via urinaria, nelle cavità renali e nell’uretere.

Stefania Somaré