Nuovo ospedale di Cremona: qualità dell’architettura come parte della cura

Lo strumento del concorso internazionale stimola le migliori professionalità e sensibilità rispetto ai temi emergenti della progettazione degli ospedali, come il dialogo con il territorio e la dimensione etica della bellezza.

Abbiamo chiesto a Maurizio Bracchi, direttore del Dipartimento Innovazione, Sostenibilità e Aree di Sviluppo Strategico e responsabile della Struttura Nuovo Ospedale dell’ASST Cremona, quali orientamenti hanno guidato il percorso concorsuale.

Maurizio Bracchi, direttore del Dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico e responsabile della Struttura Nuovo Ospedale dell’ASST Cremona (credit: ASST Cremona)

«Gli edifici ospedalieri sono organismi particolarmente complessi, non solo per gli aspetti funzionali e tecnologici, ma anche per il loro elevato impatto sul tessuto sociale, urbano e ambientale. Nel Novecento l’approccio dominante alla medicina e alla progettazione ospedaliera è stato fortemente orientato a una sorta di idolatria della tecnica, come se l’elemento predominante dell’ospedale e delle pratiche cliniche in essa erogate fosse di mera natura funzionalistica.

Oggi gli sviluppi della moderna medicina, il diverso concetto di salute e la centralità di temi non strettamente connessi con il funzionamento dei servizi offerti dall’edificio, come l’umanizzazione della cura e dei suoi spazi, rendono necessario un radicale ripensamento dei modelli tipologici consolidatisi nella loro evoluzione storica.

Già nel 2001 le conclusioni della ricerca condotta dalla commissione multidisciplinare – voluta da Umberto Veronesi e presieduta da Renzo Piano – aveva elaborato una proposta meta-progettuale per un nuovo modello di ospedale, nel quale la visione non è un sistema “tecno-centrico” ma “umano-centrico”.

I severi limiti accusati da tutte le strutture sanitarie durante la grave crisi pandemica confermano che serve un approccio innovativo, anche in considerazione dei rilevanti effetti sul tessuto socioeconomico e sul sistema territorio-ambiente, conseguenti alla complessa operazione di realizzazione di un nuovo ospedale».

Scienza e bellezza

Qual è il contributo offerto dal concorso per il nuovo Ospedale di Cremona?

«Il concorso ha fornito importanti spunti di riflessione per una profonda rifondazione del modello tipologico ospedaliero. Le proposte progettuali, tutte di grande qualità, si collocano nel solco di una consapevolezza, maturata nel corso degli ultimi due decenni, del ruolo determinante delle dinamiche proprie della disciplina architettonica nella genesi di un nuovo edificio ospedaliero.

Tutto questo a partire dalla necessità di un’attenta lettura e di una profonda comprensione del genius loci, per desumerne gli elementi di sviluppo della progettazione secondo canoni tipo-morfologici che, mediati e interpretati con la sensibilità del progettista, siano coerenti col contesto e, allo stesso tempo, rappresentativi degli indirizzi dell’architettura contemporanea.

In quest’ottica, lo strumento del concorso internazionale di progettazione permette la trattazione del tema da parte delle più autorevoli professionalità dell’architettura contemporanea. È il caso, ad esempio, del progetto per il North Zealand Hospital (Copenhagen, 2013), nel quale il dialogo tra edificio e territorio diviene il tratto distintivo del progetto e conferisce bellezza al connubio ospedale/ecosistema.

La qualità dell’architettura degli ospedali – luoghi nei quali viviamo i nostri momenti più importanti, traumatici, emotivi e gioiosi – è un altro elemento di fondamentale importanza, in quanto agisce sul fisico come sulla mente e può contribuire al benessere delle persone, stimolando tutti i sensi dei malati, trasmettendo ad essi gioia ed energia.

L’esempio dei Maggie’s Centres – strutture sanitarie per pazienti oncologici progettate dai più affermati architetti – si basa proprio sull’assunto che l’ospedale è un posto da vedere e frequentare, nel quale bellezza e scienza devono viaggiare insieme. Come affermava Umberto Veronesi “la bellezza ha una sua ragione etica: non è un accessorio, è parte della cura”, ed è quindi un elemento qualificante nella genesi dell’ospedale.

Nel caso del progetto vincitore e degli altri progetti finalisti la bellezza non manca e risiede non tanto nella cifra stilistica proposta dai progettisti, quanto nella dimensione etica del valore del progetto in tutte le sue componenti, perché, in definitiva, “ens, verum, bonum, pulchrum et unum convertuntur”».

Le sfide della progettazione

Secondo Mario Cucinella, fondatore e direttore creativo di MCA – Mario Cucinella Architects: «Il Nuovo Ospedale di Cremona potrà rappresentare un modello per l’architettura sanitaria sotto più aspetti, ad iniziare dal bando che, con le sue linee guida, ha rimesso al centro la qualità dell’architettura come fattore centrale per il benessere psicofisico.

Mario Cucinella, fondatore e direttore creativo di MCA – Mario Cucinella Architects (credit: Giovanni De Sandre)

Diverse sono le sfide che siamo chiamati ad affrontare: dal progettare spazi che si prendano cura non solo dei degenti ma di tutte le persone che quotidianamente vivono un ospedale – pensiamo a chi ci lavora – alla capacità di prevedere edifici capaci di trasformarsi e adattarsi alle mutevoli condizioni – non solo alle ultime emergenze sanitarie, ma anche alle continue evoluzioni in campo medico che comportano innovazioni anche strutturali. Dobbiamo tornare a un’idea di ospedale che sia parte della vita della città e non unicamente un luogo di cura: Cremona ha fatto una scelta importante e di qualità, che farà scuola non solo in Italia».