Ospedale di Conegliano, dentro il progetto

Plastico dell'OspedaleSanta Maria dei Battuti di Conegliano: in primo piano, a sinistra, il nuovo Edificio Area Critica (Credit: Studio Altieri)

L’Edificio Area Critica, che completerà l’Ospedale Santa Maria dei Battuti, risponde a un articolato quadro esigenziale risolvendo numerosi vincoli e complessità, grazie a una strategia progettuale pragmatica ed efficace.

Edificio Area Critica: vista del prospetto sud-ovest (Credit: Studio Altieri)

L’ing. Francesca Chiara Carollo (Studio Altieri) è project manager dell’ampliamento: «Il bando di gara originario risale a oltre dieci anni fa. Il relativo progetto preliminare permise l’inserimento dell’intervento nella programmazione regionale e, circa due anni fa, l’Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana chiese l’aggiornamento del progetto di fattibilità tecnico-economica, previsto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici, estendendo poi l’incarico anche alle successive fasi della progettazione e alla direzione dei lavori. Attualmente siamo in attesa che il progetto definitivo – a firma dell’ing. Stefano Zordan e dell’arch. Luca Cerutti di Studio Altieri – concluda l’iter di approvazione e siamo già a una fase molto avanzata del progetto esecutivo».

Vincoli e complessità

L’intervento s’inserisce in un più ampio programma di lavori…
«L’ospedale è già stato oggetto di importanti interventi di ampliamento, che hanno interessato la realizzazione del Padiglione Chirurgico e della nuova centrale tecnologica.
La realizzazione del nuovo Edificio Area Critica consentirà di procedere per fasi alla riqualificazione dei padiglioni più vecchi, già prevista dall’AULSS.
Al quinto piano dell’Edificio per l’Area Critica si trova infatti un settore per le degenze specialistiche, da 36 posti letto, che risponde al duplice scopo di:

  • ospitare provvisoriamente, a rotazione, le attività ospedaliere che occupano le aree interessate dai lavori di riqualificazione
  • mettere a disposizione un reparto aggiuntivo rispetto alla dotazione dell’ospedale, utile per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza».

Quali sono state le principali difficoltà poste dal progetto?
«L’individuazione degli spazi necessari per minimizzare l’impatto del cantiere sull’attività ospedaliera ha costituito la principale difficoltà del progetto, caratterizzato anche da un articolato quadro esigenziale.
Il presidio di Conegliano occupa infatti quasi per intero il proprio lotto: l’unica area disponibile insiste sull’attuale parcheggio del personale, situato a nord-ovest del Padiglione Chirurgico e del corpo d’ingresso al vecchio ospedale.

L’Edificio Area Critica (in alto a destra) occupa l’unica area libera sufficientemente ampia circostante l’ospedale (Credit: Studio Altieri)

La conformazione dell’area d’intervento, dalla forma pressoché quadrata, e la necessità di distribuire le funzioni in modo coerente con l’assetto esistente – garantendo perciò percorsi brevi e diretti soprattutto fra i reparti a maggiore intensità delle cure, senza interferenze fra i flussi e risolvendo anche le problematiche poste dalle differenze di quota fra i piani dei vari edifici – hanno rappresentato ulteriori complessità durante lo sviluppo del progetto.

Dal punto di vista architettonico, invece, abbiamo deciso di proporre una rilettura dei tratti compositivi delle facciate del Padiglione Chirurgico, in modo da conferire continuità formale alla futura immagine dell’ospedale, che si rivolge verso il centro abitato con i suoi edifici più recenti».

Lo studio dei percorsi

Il concept del nuovo edificio utilizza un approccio pragmatico, per mettere a sistema alcune fra le soluzioni più collaudate nell’edilizia ospedaliera contemporanea.
«Il nostro principale obiettivo era offrire una risposta efficace ai numerosi vincoli progettuali.
In generale gli spazi collettivi (ingresso, accoglienza e attese, circolazione verticale) sono previsti a diretto contatto con le testate dei fabbricati esistenti, per formare una zona di mediazione utile alla corretta distribuzione dei flussi a tutti i piani, fino a raggiungere l’elisuperficie posta sopra la copertura del Padiglione Chirurgico.

I primi tre livelli (piani interrato, terreno e primo) presentano una conformazione a piastra, sormontata da due volumi con sezione a corpo quintuplo (piani dal secondo al quinto).
Lo spazio libero fra i corpi in elevazione è riportato nella piastra sottostante, creando una corte interna attorno alla quale gli ambienti sono distribuiti in modo concentrico, rispettando la logica della separazione fra i percorsi:

  • i pazienti esterni circolano nella zona centrale, attorno alla corte
  • i pazienti interni si spostano nella fascia periferica, lungo il perimetro della piastra.

Anche l’articolazione dei percorsi tecnici (ingresso e uscita del personale, materiali, salme, impianti ecc.) è risolta seguendo lo stesso schema, al piano interrato, separando i flusso diretti alla Medicina nucleare (in posizione centrale) da tutti gli altri, che transitano nella fascia esterna e che dispongono di accessi dedicati agli automezzi di servizio, lungo il perimetro dell’edificio».

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IMG_20180717_110058 Edificio Area Critica: vista del prospetto sud-ovest (Credit: Studio Altieri)

Giuseppe La Franca
architetto