Parkinson: in Veneto un nuovo macchinario per il trattamento

Parkinson: in Veneto un nuovo macchinario per il trattamento
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, era presente all’inaugurazione.

Una delle principali caratteristiche del Parkinson sono i tremori.
Per eliminarli o comunque ridurli nella maggioranza dei pazienti la Azienda Ospedaliero Universitaria Integrata di Verona ha investito parte dei propri utili nell’acquisto di un nuovo macchinario, MRgFUS Magnetic Resonance guided Focused Ultrasound, di produzione israeliana. Sede dello strumento, l’ospedale di Borgo Trento. All’acquisto ha contribuito anche la Fondazione Cariverona.

Il macchinario intregra due tecnologie: gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensitĂ  che permettono di effettuare termo ablazione e una RM 3Tesla che permette di localizzare il tessuto da curare con estrema precisione.
Il risultato è la possibilitĂ  di fare trattamenti termo ablativi sia nel cervello che nel corpo. Ovviamente le applicazioni sono multidisciplinari e non interessano solo l’eliminazione del tremore nei pazienti parkinsoniani. Questo strumento può infatti essere utilizzato per trattare in dolore neuropatico, oppure per la denervazione ossea dei tumori benigni e per l’osteoma osteoide o, ancora, per attaccare i fibromi uterini e l’adenomiosi.

Le applicazioni in futuro potrebbero aumentare. Con questo strumenti l’ospedale di Borgo Trento potrĂ  effettuare procedure non invasive e in regime di day hospital, risparmiando quindi letti di ricovero per pazienti che ne hanno bisogno.
E, ancora, questo strumento consente di trattare senza sala operatoria, senza anestesia e annullando il rischio di infezioni post operatorie. I pazienti potranno godere di interventi rapidi, precisi e accurati, senza essere invasi da radiazioni e potendo tornare a casa la sera.

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha commentato: «nella sanità moderna non contano tanto i numeri dei posti letto, sui quali oramai si fanno battaglie di retroguardia, quanto innovazioni come questa: macchine straordinarie, che curano meglio il malato, ottengono risultati sempre più incisivi, provocano sempre meno dolore o nessun dolore come in questo caso, evitano alle persone lunghi e sgraditi ricoveri».