Un team di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, guidato dal prof. Calogero Oddo, ha sviluppato una pelle artificiale in grado di localizzare il tocco con una precisione paragonabile a quella umana.
Il risultato, frutto della combinazione di sensori in fibra ottica e reti neurali spiking bioispirate, è un’imitazione dei meccanismi somatosensoriali umani.
Lo studio, pubblicato su Nature Machine Intelligence, apre nuove prospettive per lo sviluppo di protesi sensibili, robot antropomorfi e dispositivi indossabili intelligenti.
Ispirato al sistema nervoso
La tecnologia utilizzata per il progetto riproduce non solo la morfologia e la sensibilità della pelle ma anche la logica con cui il cervello elabora gli stimoli tattili. La rete neurale artificiale è infatti composta da due livelli distinti, poiché uno simula i meccanocettori umani e l’altro ricrea la mappa somatotopica del nucleo cuneato, cruciale per la percezione del tatto.
In questo modo è possibile identificare con precisione la posizione di contatto e interpretarne l’intensità, offrendo una percezione realistica del tocco.
Dalla robotica alle protesi bioniche
Le potenzialità applicative della pelle artificiale sono molteplici, prestandosi alla realizzazione di protesi bioniche capaci di restituire un feedback sensoriale realistico a chi ha perso un arto, robotica collaborativa per rendere sicura ed efficace l’interazione uomo-macchina e tecnologie riabilitative capaci di migliorare l’esperienza sensoriale nei dispositivi medici avanzati.
Come sottolineato dal prof. Oddo: «La sfida è restituire ai dispositivi artificiali una sensibilità tattile comparabile a quella umana, una condizione necessaria per garantire interazioni intuitive e sicure».



