Il PNRR è un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme in un’ottica di crescita economica ma anche di maggiore sostenibilità, digitalizzazione e inclusione. A che punto sono le riforme?
Le opportunità offerte dal PNRR sono di pubblica evidenza. Anche nel settore sanitario, i fondi stanziati consentiranno un ammodernamento delle strutture, un loro efficientamento tecnologico e, soprattutto, un potenziamento della sanità territoriale, considerato asset cruciale.
A dieci mesi dall’avvio del piano, a che punto sono le riforme? Con l’obiettivo di fare chiarezza e fornire un quadro dell’esistente, il Sole24Ore ha promosso lo scorso 28 aprile un evento dal titolo “PNRR, 2022: l’anno della svolta”, che ha affrontato numerosi temi, dedicando una specifica sessione alla salute.
I temi sul tavolo
Il focus sulla sanità e i suoi sviluppi futuri ha affrontato temi cruciali per il riammodernamento del sistema sanitario nazionale nella direzione di un’assistenza sanitaria efficiente e al passo con i tempi: dagli ospedali 4.0 alla digitalizzazione dei pronto soccorso, dalle prospettive per le cure domiciliari e la telemedicina al nuovo ruolo dei medici di famiglia, sino alle modalità di collaborazione pubblico-privato, al ruolo strategico della filiera farmaceutica e al dialogo con le regioni in ottica di sistema.
Case di Comunità e fondi per il personale sanitario
Ad aprire il dibattito è stato Stefano Lorusso, direttore generale dell’Unità di Missione per l’attuazione del PNRR presso il Ministero della Salute, il quale ha sostenuto che le prime case di comunità verranno realizzate già nel 2024 mentre le prime strutture operative saranno le Centrali Operative Territoriali (COT), perno della riorganizzazione dell’assistenza sanitaria sul territorio, prevista dal Piano.
In merito al rischio paventato da più parti di carenze di personale nel riordino delle cure primarie, Lorusso ha rimarcato che «il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette le risorse per gli investimenti, ma c’è un investimento del Piano che in deroga al dispositivo del Recovery ci permette di utilizzare circa 3 miliardi per il potenziamento dell’assistenza domiciliare.
Quanto, invece, al popolamento delle Case di Comunità, delle Centrali Operative Territoriali e degli ospedali di comunità, già il Dl 34 del 2020 metteva in campo 480 milioni sugli infermieri di famiglia e di comunità e 265 milioni sull’assistenza domiciliare integrata.
In più, la legge di Bilancio prevede un altro miliardo: in tutto i parla di quasi un miliardo e mezzo per il personale, risorse importanti destinate all’assunzione di quasi 30 mila unità in deroga ai tetti di spesa».
In aggiunta, ha evidenziato ancora il DG del Ministero “il Governo si è reso disponibile ad attivare un tavolo di monitoraggio per accompagnare il processo di implementazione della riforma, così da intervenire e supportare le Regioni. Regioni che stanno addirittura precorrendo i tempi rispetto alle scadenze fissate”.
No ai sostegni a pioggia, sì al principio dell’efficacia
Certamente il PNRR rappresenta una enorme opportunità di rilancio che dev’essere giocata al meglio: per creare competitività e potenziare le collaborazioni pubblico-privato.
Inoltre, «bisogna inserire dei indicatori, superando il sistema del sostegno a pioggia e imponendo quello della selezione in base al raggiungimento di target specifici»,” ha evidenziato Sergio Dompé, Executive President Dompé farmaceutici.
«Una selezione che deve perseguire il criterio dell’efficacia. Non possiamo permetterci – dopo aver dichiarato in tutti i modi che sono strategici gli investimenti dell’industria farmaceutica, in particolare quelli produttivi – di perdere un investimento di una società internazionale perché non siamo in condizioni di rispondere ai tempi richiesti per investimenti di questo genere», ha puntualizzato Dompé.
Più in generale, la misurazione degli esiti deve essere estesa a tutto il settore sanitario, a partire dal sistema che Agenas adotta per le strutture ospedaliere.
«Ogni imprenditore, pubblico o privato, deve misurarsi con la capacità di dare risposte ai cittadini, secondo una trasparenza del sistema in cui sia chiaro quali sono i costi a fronte dei servizi offerti», ha concluso.
Elena D’Alessandri