Polmonite da Stafilococco, premiata una ricerca dell’ASST di Monza

Polmoniti da Stafilococco, premiata una ricerca dell'ASST di Monza
Paola Faverio

La polmonite acquisita in comunità, come in ospedale, è una grave patologia che spesso si mostra resistente agli antibiotici. Soprattutto quanto è determinata da Stafilococco aureus meticillino resistente.

Questo tipo di polmonite è dal 2014 al centro dello studio di un gruppo di ricercatori, chiamato Global Initiative for MRSA pneumonia Steering Commitee (GLIMP Steering Committee), di cui fa parte anche la dottoressa Paola Faverio (nella foto) che lavora presso il reparto di Clinica Pneumologica dell’Ospedale San Gerardo di Monza.
E proprio la dottoressa Faverio ha vinto, a nome della Commitee, un importante premio internazionale, l’Alfred Soffer Research Award.
La ricerca, intolata “Anti-MRSA Coverage Overutilization as Empiric Therapy for Hospitalized Patients With Community-acquired Pneumonia and Health-care Associated Pneumonia”, si è meritata il premio per le informazioni aggiuntive che ha portato alla conoscenza delle polmoniti da Stafilococcus aureus meticillino resistente.

La ricerca, in particolare, ha mostrato un uso eccessivo delle molecole attive contro la polmonite da Stafilococco aureus meticillino-resistente: Vancomicina e Linezolid.
Questi farmaci verrebbero utilizzati nel 14% dei casi di polmonite, a fronte di un 3% di casi meticillino-resistenti. Ciò soprattutto negli Stati Uniti, mentre Spagna e Italia si sono mostrati più accorti.

Questa scoperta è importante per assicurare una migliore terapia e un uso più accorto di sostanze utili contro ceppi resistenti.
Lo conferma la dottoressa Faverio: «l’attento utilizzo delle risorse sanitarie attraverso una terapia antibiotica razionalizzata è ancora più importante se consideriamo che negli ultimi decenni pochissime sono le nuove molecole antibiotiche immesse sul mercato. Ogni sviluppo di antibiotico-resistenza è un’arma in meno che possiamo utilizzare per il nostro paziente. Lo sviluppo di antibiotico-resistenza è uno dei maggiori problemi di salute pubblica del nuovo millennio, riconosciuto da numerose organizzazioni pubbliche come la World Health Organization».

Importante sottolineare che lo studio della GLIMP Commitee si è concentrato su 54 Paesi del mondo, coinvolgendo 222 ospedali, ma la maggiore partecipazione è arrivata da Stati Uniti, Spagna e Italia.
Ecco perché molti dei dati raccolti riguardano questi 3 Paesi.
Un altro dato interessante ottenuto in questi anni è che gli Stati Uniti sono il Paese con la più alta incidenza di ceppi resistenti, mentre la Spagna è quello più virtuoso.
Si sono inoltre individuati dei fattori di rischio: la precedente infezione o colonizzazione con tali ceppi resistenti, storia di infezioni cutanee ricorrenti, e polmonite severa.

Stefania Somaré