Il carcinoma del colon-retto è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con 53 mila nuove diagnosi (30 mila uomini e 23 mila donne, nel 90% dei casi di età superiore ai 50 anni) solo nel 2017 e il secondo tipo di tumore per causa di morte.
L’intervento chirurgico è la sola modalità potenzialmente curativa.
Ogni anno in Italia vengono eseguiti circa 30 mila interventi per tumore maligno del colon retto. Nonostante i trend in crescita nell’adozione di tecniche di chirurgia mininvasiva, la percentuale di penetrazione a livello nazionale, in Italia, si attesta solo al 35%.
Per far fronte a questo vulnus è stata presentata ieri a Roma in conferenza stampa – alla presenza di Pierluigi Marini, presidente ACOI, Silvia De Dominicis, amministratore delegato di Johnson&Johnson Medical Spa, Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato, e Fabrizio D’Alba, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma – la MIS Academy, la prima Accademia di Chirurgia mininvasiva del colon in Italia promossa dall’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI) e dalla Johnson&Johnson Medical volta a diffondere i migliori standard di cura.
Un progetto di formazione unico, dedicato ai chirurghi e nato per favorire la diffusione delle metodologie mininvasive (chirurgia laparoscopica), le migliori disponibili dal punto di vista dell’efficacia e dell’efficienza del trattamento chirurgico del tumore al colon, in grado di garantire notevoli vantaggi sia per il paziente sia per il Sistema Sanitario Nazionale.
Si tratta di un progetto ambizioso che punta a colmare il ritardo italiano rispetto ad altre realtà come quella britannica che, pur partendo da una situazione di svantaggio, grazie a un programma formativo nazionale sostenuto dalle istituzioni, in pochi anni ha raggiunto una delle più alte percentuali di procedure laparoscopiche per patologia del colon, pari al 65%.
I vantaggi della chirurgia laparoscopica sono molteplici, a partire dalla riduzione di quasi il 30% delle giornate di degenza ospedaliera, dal minor numero di complicanze, dalla minore necessità di ricorrere ad analgesici e quindi anche un contenimento dei costi.
Ulteriore obiettivo della MIS Academy è garantire lo stesso standard di cura a tutti i pazienti italiani, scongiurando in tal modo il fenomeno del “turismo ospedaliero” tra le varie Regioni.
«I pazienti non sono tutti uguali, dato che non è garantita a tutti la stessa qualità delle cure nelle strutture ospedaliere delle diverse Regioni della Penisola», ha commentato Pierluigi Marini.
Le attività verranno avviate il prossimo 20 luglio e il percorso formativo, comprensivo di prove teoriche e pratiche, durerà un anno.
«Il Servizio Sanitario Nazionale deve riprendere a investire nella formazione, che è prioritaria per garantire una sempre maggiore capacità di intervento dei nostri professionisti. Il progetto della MIS Academy intanto fa sperare ai pazienti in un’assistenza sempre più qualificata», ha dichiarato Tonino Aceti.
«Un’iniziativa perfettamente in linea con quello che deve essere l’orientamento del Sistema Sanitario Nazionale. Un sistema sanitario pubblico deve garantire equità nell’erogazione di prestazioni ad alta complessità e alto valore aggiunto per il paziente», ha dichiarato Fabrizio D’Alba.
Johnson & Johnson ha sposato con entusiasmo questa iniziativa perché consente all’azienda di «influire concretamente sulla salute dei cittadini italiani», ha dichiarato Silvia De Dominicis.
Un’iniziativa di indiscusso interesse che offre un valore aggiunto rispetto alla chirurgia tradizionale tanto per il sistema quando per i pazienti.
Elena D’Alessandri