Con il via libera del Consiglio nazionale della Federazione degli Ordini degli Infermieri, si avvia ufficialmente l’attività del Centro di Eccellenza per la Ricerca e lo Sviluppo dell’Infermieristica (Cersi) della Fnopi.
Gli obiettivi del centro, operativo da alcuni mesi, sono diversi. Anzitutto «sviluppare la ricerca infermieristica a livello nazionale, europeo e internazionale», come si apprende dalla nota diffusa da Fnopi, «grazie a una rete di comunicazione formata dalle Università di Genova, L’Aquila, Firenze e Roma Tor Vergata e da due centri d’eccellenza già attivi, il Cecri di Roma e il Cenri del San Raffaele di Milano, ma anche promuovere la comunicazione e gli scambi tra colleghi e organizzazioni accademiche/cliniche per la ricerca».
I risultati delle azioni di ricerca promosse dal Cersi saranno alla base delle scelte politiche della Federazione degli ordini con la definizione di linee guida per lo sviluppo dell’infermieristica.
Il gruppo dirigente
Il Cersi è presieduto dalla presidente della federazione, Barbara Mangiacavalli e ha come direttore scientifico Loredana Sasso, ordinario di Scienze infermieristiche all’Università di Genova. Fanno parte del comitato scientifico Annamaria Bagnasco, ordinario presso il dipartimento Scienze della Salute Università degli Studi di Genova; Laura Rasero, professore associato di Scienze infermieristiche Università Studi di Firenze; Loreto Lancia, ordinario di Scienze infermieristiche Università Studi dell’Aquila; Rosaria Alvaro, ordinario di Scienze infermieristiche e Sanità pubblica Università Tor Vergata; Gennaro Rocco, direttore Scientifico Cecri; Duilio Manara, direttore Cenri.
Le parole dei protagonisti
«Con la realizzazione del Cersi», ha detto Barbara Mangiacavalli, «mettiamo a disposizione del Paese, dell’intera comunità, le nostre competenze più avanzate, maturate in anni e anni di formazione e ricerca universitaria sugli ambiti più strategici per la società contemporanea: invecchiamento della popolazione, gestione delle cronicità, qualità della vita dei più fragili, partendo dal primo luogo di cura e assistenza che è il domicilio delle persone per potenziare la ricerca infermieristica, migliorando anche la cooperazione fra università, ospedali e territorio e offrendo cure infermieristiche a pazienti e famiglie coerenti alle migliori evidenze disponibili, migliorando gli esiti sui pazienti».
«La promozione della visione scientifica della professione, anche rispetto alle scelte di tipo politico della Federazione, necessarie soprattutto in questo momento», spiega Loredana Sasso, «faranno da base scientifica degli orientamenti politici della Fnopi.
Il Cersi metterà a punto strumenti e condivisione di strumenti necessari a fotografare il reale contributo infermieristico all’assistenza, per diffondere e implementare i risultati e i programmi di ricerca sulla formazione, sulla clinica e l’assistenza, sugli outcome e l’impatto economico della professione infermieristica».
I Livelli Essenziali di Assistenza Infermieristica
«Un esempio», chiarisce il direttore scientifico Cersi, «è l’analisi di un linguaggio comune che possa portare all’inserimento nei Lea dell’attività infermieristica. La messa a punto dei ‘Leai’ (livelli essenziali di assistenza infermieristica) è quantomai importante, soprattutto nel momento in cui si sta sviluppando un nuovo modello di sanità territoriale».
«Ci occuperemo anche delle missed care, le cure mancate», prosegue Sasso, «cioè di ciò di cui ha realmente bisogno il cittadino, analizzando se ciò che viene offerto oggi corrisponde davvero ai suoi bisogni e quali effetti hanno le eventuali carenze sull’assistenza: il paziente è sempre al centro di ogni nostra attività».
I primi passi
«Il primo grande studio in cantiere da settembre», conclude Loredana Sasso, «riguarderà l’assistenza infermieristica domiciliare e produrrà dati ed evidenze in materia di staffing (analisi quali-quantitativa del personale) e di skill mix (interprofessionalità) per l’organizzazione e la razionalizzazione del sistema».
Chiara Cominoli