Si prevede che entro il 2050 gli over 60 aumenteranno nel mondo tra il 12% e il 22%, incremento che porta con sé anche conseguenze sociali e sanitarie, legate soprattutto alle malattie croniche.
I Paesi stanno cercando di affrontare questa sfida da vari punti di vista, compreso quello sociosanitario: le comorbidità e cronicità determinano infatti costi e difficoltà non solo sanitari, ma anche sociali.
In Italia alcune Regioni hanno iniziato a trattare la questione “salute” con un approccio più olistico, creando assessorati ad hoc che uniscono la questione sociale a quella sanitaria (Lombardia e Veneto sono due esempi).

Uno studio spagnolo propone un modello “simile”, la cui attuazione è stata sostenuta da un apposito strumento di ICT, Salut + Social (Gavaldà-Espelta, Ester BSN, MSca,b; del Mar Lleixà-Fortuño, Maria BSN; Baucells-Lluis, Jordi BScd; Ferré-Ferraté, Maria MDa; Mora-López, Gerard BSN, PhDa; Tomàs-Navarro, Begoña BSNe; Curto-Romeu, Claudia MDe; Lucas-Noll, Jorgina MDa,b; Aguilar Martin, Carina MD, PhDf,g; Gonçalves, Alessandra Queiroga PhDg,h; Ferré-Grau, Carmen BSN, PhDb Effectiveness of the integrated care model Salut+Social in patients with chronic conditions, Medicine: May 2020, Volume 99, Issue 19, p e19994 doi: 10.1097/MD.0000000000019994).

Il modello verrà applicato alla Catalogna del sud per coordinare e favorire la comunicazione tra i servizi sociali e quelli sanitari. Il protocollo proposto si pone l’obiettivo di valutare l’efficacia del modello integrato in termini di qualità di vita dei pazienti e aderenza alle terapie, uso da parte dei servizi medici, carico sui caregiver, nonché la sua fattibilità e ripetibilità. La ricerca avrà la durata di circa 6 mesi e dovrebbe coinvolgere circa 140 pazienti cronici, selezionati perché le loro condizioni sociali potrebbero beneficiare da un approccio integrato.

A seguire questi pazienti saranno i medici di medicina generale. La qualità del progetto sarà valutata tramite la somministrazione di questionari. Il protocollo è stato approvato dalla Clinical Research Ethics Committee della Fundació Institut Universitari per a la Recerca a l’Atenció Primària de Salut Jordi Gol i Gurina.

Stefania Somaré