Secondo quanto riportato dalla Food and Drug Administration, molte protesi di seno in silicone necessitano di essere sostituite dopo una decina di anni, aspetto che comporta costi e disagi sia per i pazienti sia per i sistemi sanitari.

I numeri in gioco sono importanti, certo a causa dell’aumento dei casi di carcinoma alla mammella, ma anche legati al desiderio delle donne di essere piacenti anche con l’avanzare dell’età.

Un Report del 2019, prodotto da un’azienda esperta nelle analisi di mercato, ha previsto che il mercato europeo crescerà dai 578 milioni di euro del 2018 a 1 miliardo e 120 milioni di euro del 2025 (https://www.graphicalresearch.com/industry-insights/1194/europe-breast-implants-market).

Si parla per lo più di protesi in silicone. Un recente studio condotto presso il Massachussets Institute of Technology – MIT è riuscito a trovare una relazione tra la superficie di questi impianti e eventuali eventi avversi: l’assunto alla base è che una superficie liscia attiva il sistema immunitario della ricevente in modo differente rispetto, per esempio, a una superificie grinzosa (Doloff JC, Veiseh O, de Mezerville R, Sforza M, Perry TA, Haupt J, Jamiel M, Chambers C, Nash A, Aghlara-Fotovat S, Stelzel JL, Bauer SJ, Neshat SY, Hancock J, Romero NA, Hidalgo YE, Leiva IM, Munhoz AM, Bayat A, Kinney BM, Hodges HC, Miranda RN, Clemens MW, Langer R. The surface topography of silicone breast implants mediates the foreign body response in mice, rabbits and humans. Nat Biomed Eng. 2021 Jun 21. doi: 10.1038/s41551-021-00739-4. Epub ahead of print. PMID: 34155355).

Lo studio, condotto per ora su conigli, evidenzia che maggiore è la rugosità della superficie dell’impianto e maggiore è la risposta da parte dei macrofagi della ricevente. Ma non solo.

I due autori principali dello studio, Omid Veiseh, assistente professore alla Rice University, e Joshua Doloff, assistente professore alla John Hopkins University, hanno scoperto che ogni tipo di superficie stimola una risposta differente del sistema immunitario… le superfici più ruvide stimolano la risposta pro-infiammatoria dei linfociti T mentre gli impianti con una superficie unica stimolano la risposta antinfiammatoria di questi linfociti.

Attenzione però: la superficie non deve essere completamente liscia, perché allora si ha una stimolazione dei macrofagi con sviluppo di fibrosi. Insomma, la scelta dell’impianto da parte del chirurgo è fondamentale.

Secondo gli autori, questo dovrebbe avere una superficie con texture di 4 micron, più sottile e traslucida di quella degli impianti lisci: questa combinazione, in effetti, sembra essere quella che stimola meno il sistema immunitario, riducendo gli eventi avversi.

Questi esiti sono interessanti anche perché gli stessi autori hanno anche analizzato una serie di campioni umani per vedere come ogni paziente reagisce all’impianto in silicone, trovando sostanzialmente delle affinità con lo studio su coniglio. Questo è un primo passo verso la realizzazione di impianti di seno più biocompatibili e sicuri.

Stefania Somaré