PTX3 confermato indicatore per la sepsi

PTX3 confermato indicatore per la sepsiAlbios è il nome dello studio multicentrico italiano che ha confermato l’importante ruolo della proteina Pentraxina 3, o PTX3, come indicatore di rischio di complicanze e mortalità in presenza di sepsi.
Studio che di recente ha vinto il premio ESCI – European Society of Clinical Investigation 2018.

I ricercatori sono partiti da 958 pazienti, parte dei 1818 dello studio Albios, ricoverati in Terapia Intensiva in 100 centri italiani per valutare la variazione nel tempo dei livelli di PTX3, misurandoli a 1, 2 e 7 giorni di ricovero.
Ciò che si è visto è che alti livelli di PTX3 il primo giorno erano associati a pazienti particolarmente gravi, magari in shock settico.
Si è inoltre osservato che una più lenta diminuzione dei livello della proteina si associavano a un maggiore rischio di mortalità del paziente, con insorgenza di gravi complicanze, sia di carattere cardiovascolare sia renale e nella coagulazione.

Barbara Bottazzi, principal investigator del Laboratorio di Immunofarmacologia di Humanitas, ha spiegato: «si era già vista la correlazione tra più alto rischio di mortalità e più alti livelli di PTX3 nel sangue nell’infarto. Questo studio conferma il ruolo di PTX3 come indicatore di diagnosi e prognosi. I tempi per un impiego nella vita reale saranno ancora lunghi, ma questo studio apre le porte a un possibile uso di PTX3 quale indicatore di severità nei pazienti con sepsi».
Quando si potrà utilizzare questo indicatore, il medico avrà a propria disposizione uno strumento in più per decidere come intervenire sul paziente con sepsi.
Lo studio ha coinvolto l’Istituto Clinico Humanitas, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e la Fondazione Irccs Ca’ Granda-Ospedale Maggiore Policlinico dell’Università di Milano, quale centro coordinatore dello studio Albios.

Stefania Somaré