Radioterapia: il bioma intestinale può indicare i pazienti più sensibili

La radioterapia si compone di radiazioni ionizzanti che possono essere dannose per i tessuti adiacenti al bersaglio.
Quando l’obiettivo radioterapico è un cancro alla prostata o ginecologico, il bioma intestinale può essere un marker della sensibilità paziente specifica alla ionizzazione e del rischio di provocare danni all’intestino.

Uno studio di ricercatori dei tre istituti londinesi The Institute of Cancer Research, The Royal Marsden NHS Foundation Trust e Imperial College (Microbiota and Radiotherapy Induced Gastrointestinal Side-Effects (MARS) Study: A Large Pilot Study of the Microbiome in Acute and Late-Radiation Enteropathy. Miguel Reis Ferreira, H. Jervoise N. Andreyev, Kabir Mohammed, Lesley Truelove, Sharon M. Gowan, Jia Li, Sarah L. Gulliford, Julian R. Marchesi and David P. Dearnaley. Clin Cancer Res October 1 2019) hanno studiato campioni di feci e campioni di intestino ottenuti con colonscopia di 134 pazienti sottoposti a radioterapia in zona pelvica per confrontare la popolazione batterica di coloro che hanno riportato danni intestinali da radioterapia con quella dei soggetti passati indenni al trattamento.

La composizione del bioma è stata valutata prima e dopo il percorso radioterapico.
Si è scoperto che i pazienti con una flora intestinale meno ricca in specie sono coloro che più facilmente incorrono in problematiche intestinali a seguito del trattamento.

Inoltre, un’alta concentrazione di Clostridium IV, Roseburia e Phascolarctobacterium è predittrice di maggiore sensibilità dell’organo alle radiazioni ionizzanti.
Ciò offre la possibilità di utilizzare il bioma intestinale come indice prognostico rispetto allo sviluppo di enteropatie successive a radioterapia.

Stefania Somaré