Radioterapia personalizzata, una “chirurgia virtuale” mirata contro i tumori

La personalizzazione della radioterapia è il nuovo paradigma in oncologia, che permette approcci innovativi alla cura dei tumori solidi e del sangue.

«Il radioterapista è lo specialista che, dopo aver condiviso le scelte terapeutiche con il team multidisciplinare, ritaglia su misura una terapia radiante adatta allo specifico paziente e allo specifico tipo di tumore in ogni fase della malattia, anche nelle forme più avanzate», dichiara Vittorio Donato, presidente di AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia clinica, che nei giorni scorsi ha svolto il suo congresso nazionale), capo Dipartimento Oncologia e Medicine Specialistiche, direttore Divisione Radioterapia, AO San Camillo Forlanini di Roma. «Il radioterapista non è colui che spinge un bottone e fa funzionare la macchina».
È forse la figura professionale meno nota ai pazienti, come ha evidenziato un’indagine realizzata da AIRO con FAVO, e proprio per questo c’è bisogno di informazione e di un più stretto rapporto di fiducia tra radioterapista e paziente.
La radioterapia oncologica oggi è una sorta di “chirurgia virtuale” che può agire direttamente sul tumore attraverso le radiazioni ionizzanti che, alla stregua dei farmaci prescritti dall’oncologo medico, solo il radioterapista può personalizzare e somministrare al paziente nel momento giusto, al giusto dosaggio e nella giusta durata, in alcuni casi riuscendo a guarire la malattia».

L’innovazione e le tecnologie sempre più evolute e sofisticate consentono trattamenti radianti estremamente mirati, precisi ed efficaci con pochi effetti collaterali.
I pazienti italiani hanno accesso tutti in egual misura alla radioterapia innovativa per la cura delle neoplasie?
Il censimento nazionale condotto da AIRO sulla situazione della radioterapia oncologica in Italia ha portato alla luce alcune necessità. Considerato anche il previsto futuro incremento della domanda di trattamenti radioterapici per il trattamento dei tumori, che troverà sempre maggiori indicazioni, c’è urgenza di rinnovare il parco macchine degli acceleratori lineari, in gran parte vetusto, e di ampliare il numero stesso degli apparecchi in molte Regioni.

«In questo senso il ruolo delle istituzioni a livello locale e nazionale è fondamentale», riprende Donato, «la sensibilità di politici e istituzioni verso queste tematiche è importante».

Di recente la Regione Lazio ha realizzato un’indagine conoscitiva sulle Radioterapie laziali e ha indetto il bando di una gara interamente a gestione regionale per la fornitura di acceleratori lineari e tomografi destinati alle aziende sanitarie pubbliche del Lazio.
Questo è senz’altro un segnale che qualcosa davvero sta cambiando.

«Nella Regione Lazio è stato fatto un monitoraggio su tutte le strutture sanitarie per la vetustà delle apparecchiature per radioterapia», ha riferito Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità. «Sulla base di quanto emerso abbiamo deciso di rinnovare completamente il parco macchine di acceleratori lineari e tomografi degli ospedali della Regione».

AIRO auspica che l’impegno assunto dalla Regione Lazio sia da esempio per altre Regioni che hanno necessità di ammodernare il parco macchine per la radioterapia oncologia, nell’ottica futura di un ruolo sempre più importante per questa disciplina nel trattamento dei tumori.