
Il nuovo progetto dell’Ospedale Felettino a La Spezia ha profondamente rivisitato la soluzione precedente, orientando l’organizzazione di spazi e percorsi secondo principi contemporanei che consentiranno maggiore efficienza generale delle attività e degli spostamenti.
I lavori di costruzione della struttura sono stati affidati a un partner privato, nel quadro di una concessione di progettazione, costruzione e gestione che ha comportato importanti modifiche al progetto originario, risalente a oltre una decina di anni fa. La progettazione esecutiva è stata affidata a Mythos Consorzio Stabile, capogruppo di un articolato raggruppamento temporaneo di professionisti.
Abbiamo chiesto all’ing. Fabio Inzani, presidente e direttore tecnico di Tecnicaer Engineering, quali principi hanno orientato la progettazione.
«Dopo aver subito numerosi intoppi e intralci, oggi il nuovo Ospedale Felettino può dirsi finalmente e realisticamente realizzabile. Il progetto prevede l’adeguamento di quello esistente nell’ottica di una riorganizzazione completa delle funzioni sanitarie, ancorata al precedente programma sanitario ma completamente rivisitata secondo un’interpretazione contemporanea, orientata anche dall’innovazione tecnologica. I reparti sono stati rivisti nell’ottica dipartimentale, abbandonando lo schema ormai superato della distinzione per specialità a vantaggio del criterio dell’intensità delle cure. I nuovi collegamenti verticali indirizzano verso una gestione piramidale dei flussi e consentiranno una miglior efficienza generale di tutti gli spostamenti, in particolare dei pazienti e degli operatori sanitari fino alle merci, ai servizi ai visitatori.
Un nuovo impianto viabilistico si aggancerà a un sistema organizzato di controllo degli accessi, dedicato alle funzioni orientate al territorio. Un Pronto Soccorso opererà a sostegno delle attività turistiche stagionali, per fronteggiare i picchi di assistenza tipici di questa parte della costa ligure».
Efficienza, tecnologia, flessibilità
Quali sono le principali differenze fra progetto precedente e attuale?
«Il nuovo Felettino sarà molto differente. Al di là degli aspetti formali e compositivi dei volumi edilizi – non modificabili perché ancorati al “pacchetto autorizzativo” del precedente progetto – sarà un ospedale efficiente sia per i pazienti, sia per gli operatori sanitari.
I primi potranno beneficiare di un salto tecnologico-organizzativo orientato alle nuove cure, mentre i secondi di un impianto funzionale finalizzato a massimizzare l’efficienza nell’erogazione delle diagnosi e delle cure. In uno slogan potremmo dire che il nuovo Felettino consentirà ai malati di curarsi al 100%, poiché tutti gli operatori sanitari potranno esprimersi al 100%. Questa sarà la vera differenza».

Quali difficoltà avete incontrato e come sono state risolte?
«L’ostacolo principale è consistito nella ripresa di un progetto superato dal punto di vista organizzativo, organizzato secondo una soluzione geometrico-formale adatta allo schema per reparti e al quale mancava la prospettiva dei nuovi orizzonti funzionali della sanità. Inserire un nuovo sistema organizzativo dentro volumi concepiti per funzioni differenti è stato davvero un grande ostacolo, peraltro non del tutto risolto.
La rigidità strutturale è stata parzialmente superata adottando una matrice strutturale asimmetrica, che ha permesso un importante incremento di flessibilità. L’eliminazione del 21% dei pilastri renderà la struttura molto più flessibile nel tempo, per andare incontro alle nuove tecnologie e ai nuovi schemi organizzativi».
 
            


