Rischio biologico negli operatori sanitari, come proteggersi

Costa 36 milioni di euro gestire ogni anno gli incidenti a rischio biologico. A Roma in occasione del 6° European Biosafety si è fatto il punto sulle procedure di sicurezza all’interno degli ospedali italiani per individuare le possibili azioni da intraprendere per garantire la sicurezza a tutti gli operatori sanitari.

Dispositivi di sicurezza
Un ospedale su due usa i dispositivi di sicurezza. Fanno eccezione solo i dispositivi per accesso venoso periferico, i più pericolosi perché raccolgono e trattengono il sangue: per questi, come ha fatto sapere il Ministero della Salute, la conversione da dispositivi convenzionali a dispositivi di sicurezza è pari a poco più della metà. Sotto la media, invece, i dispositivi più comuni (aghi, siringhe con ago ecc.).
«L’attenzione al problema è migliorata, ma molto resta da fare». Così Gabriella De Carli, infettivologa dello Studio Italiano Rischio Occupazionale da HIV presso l’Irccs Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. «Abbiamo evidenziato come, implementando tutti gli interventi preventivi previsti che includono l’adozione di aghi e dispositivi di sicurezza, si possa ridurre drasticamente il fenomeno infortunistico, come è già stato dimostrato negli ospedali del gruppo Siroh e in alcuni Paesi europei ed extra europei: serve ora un’azione coordinata».

Osservatorio italiano 2017 sulla sicurezza di taglienti e pungenti per gli operatori sanitari
L’Osservatorio Italiano 2017 sulla Sicurezza di Taglienti e Pungenti per gli operatori sanitari è stato presentato in occasione del forum. Lo studio ha previsto interviste a 70 ospedali pubblici, 150 infermieri, 70 direttori sanitari, 70 responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione (RSPP), 15 responsabili di Servizio Infermieristico Tecnico e Riabilitativo Aziendale (SITRA) o Direzione Infermieristica Tecnica Riabilitativa Aziendale (DITRA).
«È stata riscontrata», spiega De Galli, una diffusa sensibilizzazione sul tema della sicurezza degli operatori e un’ampia informazione, formazione e implementazione di protocolli preventivi su vari aspetti (a titolo di esempio, smaltimento di aghi e taglienti in sicurezza, protezione degli operatori non sanitari). Sul fronte dell’introduzione dei dispositivi di sicurezza, invece, la situazione è meno rosea: la diffusione è incompleta (in oltre un ospedale su dieci non sono previsti), disomogenea fra i reparti, limitata in termini di tipi di dispositivi introdotti, e la conversione è spesso parziale, cioè coesistono dispositivi sicuri e non. In caso di incidente, praticamente la totalità dei centri sono organizzati per gestire gli infortuni a rischio biologico, anche se la profilassi contro l’Hiv è prevista esplicitamente solo nell’80-85% dei casi».

Infermieri, categoria più a rischio
I più esposti, sia in numero assoluto sia considerando il tasso per 100 anni-persona di lavoro, sono gli infermieri: sono quelli che svolgono il maggior numero di procedure, dall’esecuzione dei prelievi alla somministrazione delle terapie, dalla cura del paziente all’assistenza in situazioni di urgenza, alle procedure specialistiche. Riportano il 60% in media di tutti gli incidenti notificati, con tassi di oltre 10 infortunati per 100 operatori in servizio per un anno.
Il 66% degli infermieri ammette di mettere in pratica almeno un comportamento che predispone al rischio di incidenti per puntura o taglio.
Il 32% reincappuccia gli aghi usati, manovra esplicitamente proibita dal 1990 e ulteriormente ribadita nella nuova legislazione.
Il 40% dei dispositivi contaminati viene smaltito in contenitori impropri, generando rischio anche per il personale non sanitario.

Le dieci regole d’oro per gli infermieri
1. Quando stai per effettuare una procedura che preveda l’uso di aghi o taglienti, per prima cosa porta con te il contenitore rigido a prova di puntura per lo smaltimento.
2. Quando stai per effettuare una procedura che preveda l’uso di aghi o taglienti, non avere fretta, non lasciarti distrarre.
3. Quando stai per effettuare una procedura che preveda l’uso di aghi o taglienti, la distanza massima accettabile che l’ago dovrà percorrere è pari alla lunghezza del tuo braccio.
4. Quando stai per effettuare una procedura che preveda l’uso di aghi o taglienti, chiediti se è necessaria.
5. Quando stai per effettuare una procedura che preveda l’uso di aghi o taglienti, chiediti se il dispositivo che stai per usare è quello corretto. Se hai a disposizione un dispositivo che integra un meccanismo di sicurezza, usalo.
6. Quando hai effettuato la procedura, smaltisci immediatamente il dispositivo che hai appena usato in modo definitivo, nel contenitore idoneo.
7. Non lasciare mai un ago o un tagliente in giro, anche quando è sterile, o non è stato usato su un paziente.
8. Non aspettare di avere un’esposizione a rischio: vaccinati contro i patogeni trasmissibili in ospedale.
9. Se nonostante tutte le precauzioni, durante o al termine della procedura, per un movimento brusco del paziente o per altra causa imprevedibile, l’ago o il tagliente ti feriscono, rimani calmo.
10. Impara dal tuo incidente o da quello del tuo collega. Le denunce servono anche a questo.

Caterina Lucchini