Nel 2015 ricercatori della Stanford Medicine hanno scoperto l’abilità, propria di alcuni tumori cerebrali, di sfruttare il sistema nervoso a proprio vantaggio. Nel 2019 la scoperta è andata oltre: è stato osservato che le cellule di alcuni tumori del cervello possono creare connessioni nervose con i nervi vicini e utilizzarle per il proprio tornaconto, per esempio, innescando processi di plasticità sinaptica che si traducono in maggior benessere per la massa tumorale stessa.

Il tumori rispondono a segnali delle cellule cerebrali sane

In uno studio più recente “Glioma synapses recruit mechanisms of adaptive plasticity“, pubblicato su Nature, ricercatori guidati dalla professoressa di neurologia e scienze neurologiche della Stanford Medicine, Michelle Monje, hanno confermato quanto scritto sopra: le cellule tumorali dei gliomi rispondono attivamente a sostanze emesse dalle cellule sane del sistema nervoso centrale.

Nello specifico, gli autori hanno osservato la reazione della massa tumorale al fattore neurotrofico cerebrale (BDNF), normalmente connesso alla creazione e al rinforzo di sinapsi e, quindi, al processo di plasticità. Ciò che hanno scoperto è che, in presenza di questa proteina, la membrana delle cellule tumorali si depolarizza più intensamente, come se stesse rispondendo al messaggio, e in seguito, la massa cresce più velocemente.

Nel processo è coinvolto anche il recettore della tropomiosina chinasi B (TrkB). Conoscere questi meccanismi consente di studiare nuove strategie terapeutiche.

Nuovi spunti terapeutici

Se il tumore si appropria, in qualche modo, dei meccanismi propri del cervello per crescere, si può pensare di colpire quegli stessi meccanismi per metterlo alle strette. Nello studio pubblicato su Nature, il team di ricerca ha osservato anche che farmaci studiati per interferire con l’azione del BDNF e della TrkB possono contrastare la crescita di un glioma. Similmente, potrebbero essere efficaci anche altri farmaci comunemente utilizzati per altre situazioni, come antidolorifici, anti-ipertensivi e anti-epilettici.

L’Università statunitense sottolinea l’importanza della collaborazione tra sapere e conoscenza: gli esperti di neuroscienze del cancro, infatti, possono apportare nuove informazioni agli altri esperti di tumore, per individuare la strategia terapeutica più adeguata al tumore cerebrale specifico. Per esempio, si potrebbe partire con lo scollegare il tumore dal sistema nervoso, per poi agire per ridurne le dimensioni con l’immunoterapia mirata. Un campo che richiede ulteriori studi e verifiche.

Inoltre, anche altre forme di tumore potrebbero agire similmente ai gliomi: dopotutto, il sistema nervoso innerva praticamente tutti gli organi, inviando loro segnali adeguati per il corretto accrescimento e funzionamento.

Le recenti scoperte impongono di ampliare il campo delle neuroscienze del cancro anche a forme tumorali che nascono in sedi differenti dal cervello.

Studio: Taylor, K.R., Barron, T., Hui, A. et al. Glioma synapses recruit mechanisms of adaptive plasticity. Nature 623, 366-374 (2023)