Patient Care Aims, il paziente al centro

La medicina punta a essere sempre più paziente-centrica, così anche la radiologia, che sia diagnostica o interventistica.
Un radiologo dovrebbe sempre tenere a mente quali sono le aspettative dei suoi pazienti e cercare di soddisfarle. Secondo il Patient Advisory Group della European Society of Radiology, che nell’articolo “What radiologists need to know about patients’ expectations: P.A.T.I.E.N.T.S C.A.R.E.R.S A.I.M.S” mette in evidenza le principali necessità dei pazienti, da considerare quando si sviluppa un nuovo approccio interventistico o di diagnosi.
Il documento dovrebbe essere utilizzato come promemoria per entrare in relazione corretta con il paziente.

Tre gli ambiti in cui è importante prestare attenzione a come ci si muove: prima dell’esame, durante l’esame e alla fine dell’esame. Iniziamo con le fasi preparatorie.
Per prima cosa, è necessario che il paziente abbia ben chiare le ragioni per le quali è necessario sottoporsi a una certa indagine diagnostica o intervento interventistico.
Queste informazioni dovrebbero essere date in anticipo, per dare modo al paziente di rielaborarle, capirle a fondo, elaborare domande e poter quindi fornire un vero consenso informato al momento della richiesta.

Altre informazioni che dovrebbero essere fornite con trasparenza riguardano le limitazioni dell’indagine da effettuare e i possibili rischi associati: la mammografia, per esempio, non lavora bene su seni troppo densi, così come l’ecografia delle pelvi non sempre riesce a individuare una endometriosi… e per quanto riguarda i rischi, i pazienti devono sapere delle possibili conseguenze all’esposizione alle radiazioni, ma anche del danno che il contrasto endovenoso potrebbe fare ai reni. Piccoli esempi, certo, ma importanti.

Il paziente deve sapere se ci sono limitazioni, per poter decidere in coscienza il da farsi ed eventualmente chiedere se ci sono delle alternative.
I radiologi dovrebbero educare il paziente a come comportarsi prima dell’esame, meglio se faccia a faccia, ma se non è possibile per ragioni di carattere organizzativo, almeno via e-mail o telefono.

Altre parole cardine del documento sono “equità” di accesso all’esame e “bisogni” dei pazienti che devono aver modo di essere soddisfatti.
Il documento porta l’esempio di un soggetto che, una volta ricevuto l’esito, senta la necessità di confrontarsi con il proprio specialista: secondo la European Society of Radiology dovrebbe sempre essere possibile contattarlo, senza che il paziente debba attendere di essere contattato.
Se tutto quanto sopra descritto viene messo in atto, il paziente proverà fiducia per il sistema, il che gli permetterà di firmare il consenso informato e sottoporsi all’esame.

Non solo. Un paziente istruito sulla propria salute e che sa a cosa serve un certo esame è anche un soggetto con cui aprire una conversazione e più idoneo a essere attore del proprio percorso di cura. Una volta che il paziente arriva agli ambulatori di radiologia per sottoporsi all’esame è importante che sia a proprio agio: ciò significa pensare a sedie comode, bagni disponibili, stanzini dove spogliarsi e cambiarsi…

Ciò concorrerà a non farlo andare in stress. Tutto lo staff, radiologo compreso, dovrà porre attenzione al paziente, facendolo sentire sicuro.
Durante un esame diagnostico, e ancor più se interventistico, il paziente prova necessariamente paura: non sa quali esiti darà l’esame e come impatteranno sulla sua vita… quest’ansia può essere contenuta con l’aiuto di ognuno dei membri dell’équipe e la sua capacità e volontà di rassicurarlo. Importante fornire al paziente indicazioni durante l’esame, spiegare il motivo delle attese, di eventuali nuove inezioni o di scatti in posizioni differenti.

Nulla deve essere lasciato al caso. Da ultimo, anche la consegna degli esiti è un momento da curare con grande attenzione: molti pazienti si aspettano di avere l’esito direttamente dal radiologo che lo ha visionato, mentre spesso ciò non accade e sono altre persone a leggere il referto… sarebbe quindi utile che i pazienti avessero modo di contattare i radiologi che hanno letto l’esame per esprimere dubbi e perplessità. Va bene anche via e-mail o telefono.

Infine, il linguaggio utilizzato dovrebbe essere semplice e comprensibile. Per riassumere, il paziente deve provare un senso di tranquillità e sicurezza. Una volta concluso il processo è importante dare modo ai pazienti di dare un proprio riscontro.

Il documento si rivolge a tutti i Paesi dell’Unione Europea, dove i servizi di radiologia sono organizzati in modo differente.
Quindi alcuni di questi aspetti saranno certamente già curati in Italia, mentre magari altri sono ancora da implementare. L’importante è prendere coscienza dell’importanza di questi punti.

Studio: European Society of Radiology (ESR). What radiologists need to know about patients’ expectations: P.A.T.I.E.N.T.S C.A.R.E.R.S A.I.M.S. Insights Imaging 13, 53 (2022). https://doi.org/10.1186/s13244-022-01184-w

Stefania Somaré