San Gerardo, Monza: inaugurato il reparto di Neuropsichiatria Infantile

inaugurazione-npiLo scorso 5 dicembre l’Ospedale San Gerardo di Monza ha inaugurato il nuovo reparto di Neuropsichiatria Infantile, che dall’ultimo piano della vecchia palazzina è stato spostato nella nuova struttura avancorpo all’ospedale stesso. Con le sue otto stanze e quindici posti letto, su una superficie di circa 1500 metri quadrati, il reparto accoglie un servizio di Neurofisiologia e un Day Hospital per i disturbi del comportamento alimentare riservato ai pazienti sotto i 18 anni, oltre a essere uno dei tre reparti lombardi ad accogliere in degenza situazioni di emergenza-urgenza provenienti dal Pronto Soccorso interno o da altre strutture. Il Day Hospital si trova al primo piano settore A, mentre il reparto al primo piano settore B, mentre gli ambulatori sono al piano terreno. Il nuovo reparto gode di un arredamento appositamente studiato per l’età dei suoi abitanti e offre spazi ampi in cui i piccoli pazienti possono svolgere anche attività ricreative e laboratori con personale preparato, spazi che sono differenziati in base alla fascia d’età. Il clima positivo del reparto è inoltre favorito dalla presenza del bagno in ogni stanza, dalla disponibilità di letti per i genitori o gli educatori e dalla scelta degli arredi per lo spazio mensa. Completerà lo spazio un giardino al piano terreno, che potrà poi essere abbellito dagli ospiti della struttura. Ricorda la professoressa Francesca Neri, direttore della struttura: «In linea con i lavori del Gruppo di approfondimento tecnico regionale (Gat) sull’emergenza-urgenza adolescenziale, il ricovero per disturbi psichici dell’età evolutiva dovrebbe poter avvenire in luoghi con caratteristiche specifiche per l’età evolutiva e l’adolescenza, sia dal punto di vista strutturale sia delle competenze cliniche e allo stesso tempo il più vicino possibile ai luoghi di residenza e di presa in carico dei ragazzi, per l’importanza di salvaguardare la continuità delle relazioni familiari e sociali e per la difficoltà a costruire un idoneo progetto di dimissione e raccordo con il sistema dei servizi quando il ricovero avviene a significative distanze dalla residenza».

Stefania Somaré