Sifo: concluso il 40° congresso nazionale

Si è concluso il 40° congresso della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici, incentrato sul tema “Senza salute non c’è futuro”.
In apertura dei lavori Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ha dichiarato: «in Italia occorre avviare un welfare di comunità in cui siano centrali il medico di famiglia e il farmacista ospedaliero, quest’ultimo assicura l’uso corretto e sicuro dei farmaci innovativi e il loro monitoraggio, la valutazione e la prevenzione di eventuali eventi avversi.
Il farmacista ospedaliero dà oggi un contributo fondamentale al SSN e andrebbe valorizzato».

Simona Serao Creazzola, presidente SIFO, ha rinforzato il messaggio: «la nostra professione è da sempre al servizio della tutela della salute e, nei tempi più recenti, il servizio farmaceutico è stato identificato come strumentale al diritto alla tutela della salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione.
Questa nostra vocazione rimane e rimarrà nel tempo, ma dobbiamo assumerci una responsabilità più grande e questa è la vera sfida per la nostra professione: la responsabilità di essere driver di salute, partendo dalla visione del nostro ruolo».

Vediamo i punti salienti emersi dal congresso, che parlano della visione che SIFO ha della nostra sanità e delle strade da seguire per governare le sfide in atto, a partire dalla presa in carico della cronicità.
Nel mondo sono in atto modi differenti per affrontare l’aumento dell’età media e le patologie croniche associate e la maggior parte dà al farmacista ospedaliero un ruolo centrale: il suo compito è assicurare farmaci appropriati al paziente, sostenere l’aderenza alla terapia, garantire la presa in carico nel tempo.
In altre parole, contribuisce al governo completo del paziente a casa e sul territorio in collaborazione con gli altri operatori coinvolti.

Stefano Bianchi, direttore di Farmacia Ospedaliera dell’Ausl di Ferrara, ha sottolineato che «i nuovi modelli organizzativi che coinvolgono i farmacisti ospedalieri sono la vera scommessa matura del SSN, comprendendo promozione di alleanze e cooperazioni tra gli attori sanitari e socio-assistenziali (con spazio alla medicina in rete e medicina di gruppo), nuovi sistemi di assistenza dedicati (in un criterio di exhpanded care model), promozione del self management dei pazienti, integrazione dei team assistenziali, costante riferimento alle migliori evidenze, finalizzazione del sistema informativo interconnesso».

Quando si parla di cronicità occorre ricordare che in Italia il Piano Cronicità è stato recepito e rielaborato solo da alcune Regioni.
Al tempo stesso, la maggior parte degli investimenti per la cronicità è dedicata a cure e trattamenti, mentre un capitolo essenziale da sviluppare sarebbe quello della prevenzione.
Tema affine a quello della cronicità, anche se coinvolge un numero molto minore di cittadini, è quello delle malattie rare.

SIFO ha annunciato l’avvio di un nuovo progetto: costruire un’anagrafe dei PDTA, individuando per quali patologie rare siano stati codificati, in quali Regioni siano stati elaborati e il livello d’informazioni di dettaglio contenuto negli stessi.
Il progetto sarà coordinato dalla dottoressa Barbara Rebesco e vedrà la collaborazione di SIFO con l’Osservatorio Farmaci Orfani OSSFOR, con le associazioni di malati, in particolare UNIAMO, e con le istituzioni.
Il fine ultimo è evidenziare anche le disparità territoriali esistenti e le criticità insite dei PDTA esistenti, per uniformare e migliorare la presa in carico dei pazienti affetti da queste patologie.
A tal fine, verrà usato l’HTA per individuare un modello organizzativo da poter applicare anche nelle aree del Paese carenti di questi PDTA.

Della necessità di superare le disparità si è parlato anche in merito ai farmaci innovativi, sottolineando la necessità di garantire l’accesso a questi farmaci a tutti i pazienti che ne possano trarre reale beneficio.
Ecco perché i farmacisti ospedalieri sono convinti che occorra investire nella profilazione biologica, per capire quando utilizzare questi farmaci dai costi elevati e quando no, ma anche nei controlli di appropriatezza e nei meccanismi di payback per favorire la sostenibilità di queste nuove armi terapeutiche.

Infine, è necessario «un maggiore coordinamento delle politiche sanitarie regionali, come già faticosamente si prova a fare, proponendo modelli condivisi e virtuosi come per esempio una maggiore domiciliazione delle terapie, la definizione di centri di riferimento regionali per specifiche patologie e lo sviluppo di reti di ricovero per le lunghe degenze, senza dimenticare le reti di cure palliative e gli hospice e i network come il Labnet promosso da GIMEMA», ha ricordato Emanuela Omodeo Salè, responsabile dell’Area Scientifico Culturale della Società.

Coordinamento che andrebbe realizzato anche per l’uso di telemedicina e intelligenza artificiale, per sfruttare al massimo il potenziale di queste tecnologie riuscendo al contempo a individuarne le criticità e a governarle.
A questo tema è stata dedicata una sessione parallela del congresso durante la quale Guerino Carnevale, componente della commissione ICT della FNOMCEO ed esponente della Società Italiana di Telemedicina, ha sottolineato che «quando si parla di innovazione tecnologica ci si riferisce anche a dispositivi e strumenti per la sanità con cui la rivoluzione digitale ha migliorato le risposte ai bisogni di salute.
Tutta questa innovazione si è “abbattuta” sulle professioni sanitarie, spingendole a formarsi e aggiornarsi per essere parte di una rivoluzione che è ormai in atto».

In questo contesto, il ruolo del farmacista ospedaliero è importante, così come la sua formazione su questi argomenti dato che ogni giorno si trova a utilizzare tecnologie diverse che tracciano i dispositivi medici all’interno dell’ospedale oppure con database e sistemi informativi realizzati per rilevare e analizzare indicatori specifici di efficacia e sicurezza di una terapia farmacologica.
Per governare questo processo d’innovazione, la SIFO indica ancora una volta l’HTA come strumento elettivo da estendere a livello nazionale.

L’edizione 2019 del congresso SIFO ha dedicato più spazio fisico rispetto alle edizioni precedenti al laboratorio L.I.F.E. (Laboratorio-Interattivo-Farmacisti-Esperti), che ha permesso ai partecipanti di affrontare simulazioni di casi clinici più o meno complessi riguardanti anche l’antibiotico-resistenza.

A chiusura dei lavori, il presidente Serao Creazzola ha sottolineato: «abbiamo chiesto che il diritto alla salute ritorni al centro degli interessi del Paese e abbiamo affermato la necessità di abbattere i compartimenti stagni in sanità, a partire dalla nostra professione, contribuendo a sviluppare nuovi modelli che rispondano alle sfide organizzative per assicurare l’accesso alle cure.
Abbiamo avuto il riconoscimento dalle Istituzioni a partire dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Economia e dalle agenzie Agenas e Aifa, che ci domandano di essere collaborativi e di portare la nostra visione di connessione del sistema, che è poi una visione di servizio, dal momento che la nostra è proprio una professione di servizio alla comunità.
Al tempo stesso abbiamo dato spazio anche alla visione dell’altra istituzione chiave che è il Cittadino, che ha dimostrato di vedere nella nostra professione un riferimento e di volerci al suo fianco nella gestione della terapia, chiedendoci – anche con i dati emersi dal monitoraggio delle farmacie ospedaliere presentato da Cittadinanzattiva – di sviluppare attività di farmacia clinica e di promuovere un uso corretto e razionale delle risorse».

Il Monitoraggio di Cittadinanzattiva ha anche evidenziato alcune criticità, legate per lo più agli orari di apertura delle farmacie ospedaliere e alla carente comunicazione/informazione al momento della consegna della medicina, due problemi legati soprattutto alla carenza di personale.

Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, ha dichiarato: «con questo primo monitoraggio, Cittadinanzattiva contribuisce a dare una fotografia, dal punto di vista dell’organizzazione e del funzionamento, del servizio di farmacia ospedaliera, perché solo partendo dai dati possiamo capire gli elementi di forza e i punti di debolezza e ragionare su standard di qualità», dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.

«Quello che sta a cuore alla nostra organizzazione è che, durante tutto il percorso di cura, sia garantito l’accesso alle terapie farmacologiche in qualità, in sicurezza e in tempi certi e celeri.
Dai dati abbiamo rilevato che ci sono fattori che ostacolano e rallentano l’accesso ai farmaci e ai dispositivi; è prioritario, quindi, attivare azioni di miglioramento che puntino a costruire un servizio sempre più attento e più a misura di cittadino.
Perché ciò si realizzi, e questo è un obiettivo su cui la nostra organizzazione lavora ed è impegnata da anni, è fondamentale che ci sia una integrazione tra tutte le professionalità coinvolte, sia il farmacista ospedaliero sia quello di comunità».

Stefania Somaré