“Diverse nel cuore” è il primo step del programma “Salute al femminile nell’emergenza-urgenza”, promosso dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza, e prevede per venerdì 8 marzo dalle ore 0:00 alle ore 24:00 lo svolgimento nei Pronto Soccorso di una survey sperimentale finalizzata a valutare l’efficienza di una diagnosi differenziale del dolore toracico attraverso l’applicazione del Chest Pain Score.
Il Chest Pain Score è una scala che permette di identificare il rischio di eventi avversi cardiaci nei pazienti che lamentano dolore toracico e, per la sua rapidità d’uso, può essere adottato in Pronto Soccorso.
Include l’elencazione dei sintomi presenti da più di 5 minuti che si ritiene opportuno analizzare per escludere un possibile evento cardiaco.
Come altri studi di valutazione del dolore toracico, l’indice di affidabilità del Chest Pain Score è stato definito stabilendo come risultato primario l’evento avverso cardiovascolare maggiore.
Si applica a pazienti over 18 con stabilità emodinamica e dolore toracico compatibile con sindrome coronarica acuta (il paziente è considerato a rischio se il punteggio è maggiore o uguale a 4).
I medici in turno, preventivamente addestrati, arruoleranno nella survey tutti i pazienti over 18 con stabilità parametrica (in assenza di gravidanza) che accederanno al Pronto Soccorso con il sintomo dolore toracico.
Il progetto “Diverse nel cuore” pone particolare attenzione alla popolazione femminile.
La sindrome coronarica acuta (ACS) è una delle principali cause di morte nei Paesi industrializzati ed è responsabile di 7,4 milioni di morti l’anno.
C’è, però, scarsa sensibilità sul fatto che le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità nelle donne: si stima che nel 2019 abbiano causato il 35% dei decessi totali.
Nonostante la mortalità si sia ridotta negli ultimi 30 anni, le donne dopo una sindrome coronarica acuta hanno una prognosi peggiore degli uomini. Uno dei fattori in tal senso è la sottostima del rischio cardiovascolare, che produce accessi tardivi o addirittura mancati accessi.
Il Gruppo di Studio Simeu, Medicina di Genere nelle patologie tempo dipendenti, è diretto dalla dott.ssa Elisa Pontoni, da anni coinvolta nella ricerca sui temi chiave della sperimentazione.
“Occorre ricordare che l’obiettivo dell’OMS è il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute, definita come stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità“, afferma Pontoni.
Il progetto prende forma anche in funzione dei contatti tra SIMEU e la Fondazione Onda – Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere, che si propone come modello innovativo di attenzione della salute al femminile e la sua direttrice medico-scientifica la dott.ssa Nicoletta Orthmann, il cui impegno ha ispirato il gruppo di lavoro.
Fanno parte del team SIMEU, oltre a Elisa Pontoni e al Presidente nazionale Fabio De Iaco anche Claudia Sara Cimmino, Pierangela Con, Anna Maria Ferrari, Catia Morellato, Daniela Pierluigi, Maria Pia Ruggieri, Maria Luisa Ralli, Sonia Zoanetti, Andrea Fabbri, Paolo Pinna Parpaglia, Antonio Voza.