A che punto è la Digital Transformation dei servizi sanitari? In quali ambiti l’IA può migliorare l’efficienza organizzativa, quella di diagnosi e cura, e la relazione tra professionisti sanitari (HCP) e pazienti?
Il tema è stato al centro di un dibattito che si è svolto a Exposanità dal titolo “Intelligenza artificiale in sanità: le applicazioni per la medicina e per l’organizzazione dei servizi”, moderato da Carlo Buonamico, giornalista professionista specializzato in innovazione, salute, sanità, farmaceutica.
Lo stato dell’arte sull’avanzamento tecnologico è stato descritto da Giuseppe Jurman (Fondazione Bruno Kessler), Giandomenico Nollo (presidente SIHTA), Elettra Carini (AGENAS), Nicola Gentili (IRCCS Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori), Elisa Rossi (CINECA), Lorenzo Gubian (ASSINTER Italia) e Stefano Diciotti (Università di Bologna).
I relatori sono intervenuti facendo notare punti di forza, criticità e opportunità dell’attuale situazione. Da una parte ci sono già a disposizione strumenti molto evoluti che sono in grado, ad esempio, di ascoltare un colloquio tra il medico e il paziente e predisporre un referto che il medico legge e valida con dati strutturati che possono confluire in cartella clinica. Dall’altra i punti di debolezza rendono incerto il percorso: basi giuridiche, infrastrutturali, culturali ed evidenze scientifiche sono in gran parte in fase di costruzione.
Inoltre, è stato ricordato che la parziale mancanza di trasparenza degli algoritmi mina la fiducia nei modelli stessi. Oltre a ciò, è emerso il tema dei costi generali, dei numerosi limiti relativi all’accesso ai dati, quanto sia importante il costante aggiornamento e manutenzione dei sistemi AI-based.
Tra le sfide maggiori il change management e la completa riorganizzazione dei processi nelle strutture e nelle organizzazioni; c’è dunque il pericolo dell’uso indiscriminato dei sistemi AI-based che, per quanto performanti ed eccezionali, rischiano di essere inefficaci se non integrati nei processi.
Tra i punti di forza dei sistemi AI-based i relatori hanno rimarcato quelli relativi all’incremento dell’efficienza. Il professionista sanitario può così di occuparsi di altre attività meno ripetitive e più focalizzate sul paziente. A questo si aggiunge il grande supporto che l’IA può fornire nella conoscenza eseguendo in poco tempo ricerche su basi informative molto ampie.
La potenzialità nella personalizzazione delle terapie (medicina di precisione) e, da un punto di vista informatico, la scalabilità (un sistema validato può essere distribuito in tempi brevissimi su larga scala) sono altri due aspetti emersi.
Le opportunità sono indubbiamente tante favorite dal contesto generale favorevole: il 13 marzo scorso è stato approvato dal Parlamento europeo l’AI Act che disciplina lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’uso dei sistemi di IA nell’Unione. La possibilità di avere una diagnostica sempre più avanzata per agire tempestivamente, favorire l’apprendimento e lo sviluppo della medicina traslazionale gli ulteriori temi emersi.
I casi studio di IA per la medicina e la gestione dei servizi sanitari sono stati presentati da Alessio De Gaetano (Senior Business Development Manager di Comarch), Giancarlo Stoppani (presidente di Connect Informatics), Francesco Cavone (Chief of Innovation Strategy & Relevant Marketing di IQVIA), Emanuele Cerquaglia (presidente di Neosperience Health), Paolo Galfione (direttore Business Unit Healthcare Solutions e amministratore di Zucchetti Healthcare).