Spazi salubri per l’Istituto Clinico Sant’Anna

Gilda Gastaldi
Gilda Gastaldi

Rinnovare l’ospedale rendendolo anche più sano e piacevole per pazienti e personale: è l’obiettivo di un’interessante iniziativa che mette a sistema la professionalità di medici e architetti, utilizzando tecnologie all’avanguardia.
La dott.ssa Gilda Gastaldi (nella foto) è responsabile della GSD Foundation e si occupa anche della qualità degli spazi interni alle strutture ospedaliere del Gruppo ospedaliero San Donato: «Il benessere del paziente è un aspetto centrale dell’intera attività del gruppo, obiettivo che perseguiamo prestando estrema attenzione all’umanizzazione delle cure, come anche alla qualità ambientale dell’intero ospedale.
Quest’ultimo dovrebbe essere un luogo salubre dal punto di vista igienico-sanitario, oltre che piacevole e confortevole per i pazienti e, non meno importante, sostenibile sotto il profilo energetico e ambientale. Anche per raggiungere questi traguardi, il gruppo ha intrapreso un programma di profondo rinnovamento delle proprie strutture ospedaliere».
Come è nato l’interesse verso queste problematiche?
«Sono un medico igienista, perciò mi sono sempre occupata di igiene ambientale e di igiene del lavoro in ambito ospedaliero. L’interesse nei confronti della qualità ambientale degli ospedali è più recente e nasce per implementare un’ulteriore eccellenza alle attività sanitarie del gruppo, per quanto attiene la qualità della vita e il benessere dei pazienti».

Attenzione ai materiali
In generale, la scelta dei materiali per le finiture degli edifici ospedalieri risponde a specifici requisiti igienici, ma questo non significa necessariamente che quegli stessi materiali siano salubri…
«Oggi è possibile realizzare edifici rispondenti ai migliori standard igienico-sanitari senza ricorrere a materiali dei quali è dimostrato il potenziale tossico e inquinante, non solo in fase di produzione ma anche nel loro uso quotidiano. Il pvc, per esempio, emette composti volatili organici (VOC: volatile organic compunds), perciò è stato completamente eliminato da tutte le strutture del gruppo.
Al posto del pvc utilizziamo altri materiali che non emettono sostanze nocive, migliorando così la qualità dell’aria interna a vantaggio della salute sia delle persone che si affidano a noi per le proprie cure, sia di quelle che lavorano dentro i nostri ospedali.
Un altro esempio è la formaldeide: si tratta di un battericida riconosciuto come cancerogeno, ma utilizzato fra l’altro come collante nell’industria degli arredi e dei materiali per l’edilizia. Anche in concentrazioni bassissime, la formaldeide rilasciata nell’aria dai materiali costruttivi e dagli arredi può provocare irritazioni alle mucose e agli occhi.
La selezione dei materiali e dei prodotti più idonei all’uso, ovvero la ricerca di soluzioni costruttive e di arredi in grado di garantire una migliore qualità della vita a pazienti, visitatori e personale, è perciò di fondamentale importanza negli ospedali come in qualsiasi altro edificio.
A questo scopo, per tutti gli interventi di riqualificazione delle strutture ospedaliere del gruppo, già durante la fase di progettazione, abbiamo fornito ai progettisti indicazioni specifiche sia sui materiali da utilizzare, sia su quelli da non utilizzare».

Edilizia e arredi
Quali soluzioni avete individuato, in ambito edilizio, per il nuovo Satellite presso la l’Istituto Clinico Sant’Anna di Brescia?
«I paramenti murari esterni dell’edificio sono rivestiti con vernici catalitiche che, sotto l’effetto della luce del sole, attuano una reazione fotocatalitica che rende inerti e trattiene alcune sostanze tossiche presenti nell’atmosfera, poi dilavate dall’acqua piovana.
Sono state posate anche speciali pavimentazioni in ceramica, cosiddette “attive”, la cui superficie autopulente è rivestita con un prodotto sempre a base di biossido di titanio, che favorisce la trasformazione chimica dell’ozono in molecole di ossigeno.
Per le stuccature delle piastrelle è stato impiegato un riempitivo epossidico antiacido con funzione sigillante, che crea una superficie continua refrattaria al deposito delle polveri, utile anche a prevenire la proliferazione di batteri, muffe e funghi.
Nell’ottica della riduzione delle sostanze inquinanti che respiriamo ogni giorno, le prestazioni di questi prodotti – che svolgono anche un’importante azione battericida – sono molto interessanti: l’effetto di circa 1.000 metri quadrati di superficie trattata con prodotti al biossido di titanio è assimilabile a quello svolto da trecento alberi maturi.
Per la pavimentazione dei locali del Servizio di Emodinamica e dell’Anatomia patologica, invece, sono state impiegate resine epossidiche a elevatissima resistenza chimica e meccanica, esenti da solventi, autolivellanti e posabili senza giunti, in modo da creare una superficie perfettamente liscia e omogenea poi trattata con un rivestimento antibatterico».
E nel caso degli arredi?
«In generale impieghiamo esclusivamente materiali che non emettono sostanze volatili – come i metalli – eventualmente con una finitura laccata che, oltre a evitare fastidiosi riflessi, ne facilita l’inserimento negli ambienti a seconda delle previsioni del progetto del colore.
Un’altra opportunità è offerta da prodotti caratterizzati da proprietà antibatteriche: si tratta, per esempio, di maniglie e appendiabiti realizzati – e non solo semplicemente rivestiti – con polimeri che sfruttano le proprietà dell’argento per neutralizzare virus e batteri. Un’ulteriore attenzione è rivolta ai prodotti VOC-free e latex-free, ovvero completamente privi di emissioni delle sostanze volatili inquinanti, come di qualsiasi traccia di lattice naturale.
Parallelamente alla ricerca di materiali e prodotti salubri, prestiamo estrema attenzione al ricambio dell’aria mediante gli impianti di ventilazione artificiale, per evitare la possibilità che la frequentazione o il soggiorno in ospedale possa costituire una fattore di rischio o anche solo arrecare disagio alle persone.
Al Sant’Anna, per esempio, l’aria di rinnovo viene filtrata – anche per rimuovere polveri, aerosol ecc. – e immessa nelle camere di degenza come in tutti gli spazi ospedalieri, rispettando il parametro minimo dei 2 ricambi orari. L’aria estratta non viene ricircolata ma espulsa, recuperando il calore in essa contenuto per pre-riscaldare quella di nuova immissione».

I colori dell’umanizzazione
Quali altri aspetti distinguono gli ambienti interni presso il nuovo Satellite del Sant’Anna?
«L’impiego del colore in architettura non risponde perciò solo a istanze tecniche ed estetiche, ma svolge una funzione determinante sia nella creazione di un’armonia d’insieme degli ambienti ospedalieri, sia nei confronti del comfort percepito dalle persone, avvicinandosi in questo alla cromoterapia.
Abbiamo sviluppato un progetto di caratterizzazione cromatica mirato essenzialmente a conferire luminosità e gradevolezza agli spazi. Assieme agli odori, infatti, il colore agisce su un piano inconscio e influenza notevolmente la psiche umana.
I colori dominanti sulle pareti sono perciò il giallo e l’arancione, che richiamano la luce solare, mentre gli stessi colori ma con tonalità più tenui sono stati utilizzati nei reparti a maggiore intensità di cure, per ottenere un effetto tranquillizzante nei pazienti.
Il progetto è stato sviluppato su diversi livelli, allo scopo di distinguere fra loro i diversi reparti e, anche, per facilitare l’individuazione delle varie funzioni attraverso la colorazione delle porte. In questo modo siamo riusciti a dare continuità ai vari settori dell’ospedale facilitando l’orientamento del personale e dei pazienti.
L’uso di oggetti estranei all’ambiente ospedaliero come opere d’arte, quadri e litografie, contribuisce a rendere gli spazi più accoglienti e tranquillizzanti. La cura prestata alle qualità cromatiche degli interni è perciò solo una parte della più ampia attenzione alla salubrità degli edifici a vocazione sanitaria».
Quali risultati avete raggiunto?
«Abbiamo intrapreso la strada del miglioramento della qualità ambientale degli ospedali solo da pochi anni e queste azioni sono attuate in occasione degli interventi di ristrutturazione degli stabilimenti del gruppo. Di conseguenza è ancora presto per parlare di risultati…
Bisogna anche considerare che quello dei materiali ad alto grado di salubrità è un ambito ancora molto giovane e in rapido sviluppo: molti dei prodotti oggi disponibili non esistevano qualche anno fa e, probabilmente, fra qualche anno potremo utilizzare molti altri prodotti che oggi sono in fase di sviluppo.
In ogni caso abbiamo iniziato un’attività di raccolta di informazioni rivolta ai nostri utenti, per conoscer il loro grado di soddisfazione rispetto a tutti i parametri del servizio alberghiero e a quali problematiche hanno riscontrato durante il loro soggiorno. Per quanto riguarda il personale, invece, posso affermare che il gradimento delle azioni finora intraprese è molto elevato».

Giuseppe La Franca
architetto