SSN: serve appropriatezza organizzativa

Closeup portrait of a old doctor with people standing in backgroundIn un periodo storico in cui si parla tanto di appropriatezza prescrittiva c’è chi, come Stefano Stisi, presidente del Collegio dei Reumatologi Italiani (CReI), ricorda che «solo l’appropriatezza organizzativa può garantire ai pazienti l’accesso alle cure salvaguardando l’eguale diritto di tutti i cittadini italiani, oltre che evitare i danni disabilitanti delle patologie». Ma cosa si intende per appropriatezza organizzativa? Nel suo discorso, tenuto nel corso del XIX congresso nazionale del CreI che si è tenuto a Torino lo scorso 20 maggio, Stisi si è concentrato ovviamente sulla gestione dei malati reumatici, ricordando che c’è bisogno di maggior uniformità tra le diverse Regioni e di linee guida condivise dai centri prescrittori dei farmaci biotecnologici. Più nello specifico, Stisi ha affermato: «ogni centro deve dotarsi di un registro paziente, con un software dedicato. Con periodicità concordata, deve fornire una reportistica sui pazienti trattati e sui farmaci utilizzati. Se il regolamento è condiviso da tutti i medici del centro, anziché solo da alcuni, si può mettere in atto una prassi operativa comune. A beneficio di tutti». E ancora: «il centro deve ottemperare a procedure condivise in rete – hub e spoke – tra Asl, Aziende Ospedaliere e Regione, per arruolare pazienti con l’obiettivo di favorire il controllo della spesa da parte degli organi amministrativi preposti. Deve poi essere inalienabile la libertà di scelta del medico sui farmaci. Il centro deve rispettare il budget d’induzione di spesa, al fine di avere comportamenti prescrittivi responsabili e finalizzati al suo contenimento». Altrettanto importante perché il sistema possa essere efficiente è che vi sia una separazione tra il momento della prescrizione e quello della erogazione, sebbene i due siano tra loro connessi, e che lo specialista reumatologo che opera sul territorio, anche se non abilitato alla prescrizione di farmaci biotecnologici, lavori in rete con tutti gli altri attori del percorso terapeutico. Grande importanza data, inoltre, alla scelta condivisa della cura tra medico e paziente, visto come atto in grado di aumetare la resposabilità del paziente verso la propria salute e quindi una maggiore aderenza terapeutica.

Stefania Somaré